L’opposizione all’Assemblea Regionale Siciliana fa quadrato. Niente sconti o stampelle alla maggioranza. L’avvio dei lavori d’aula, con la prima seduta di questa XVIII legislatura, ha già anticipato il clima politico tra le forze. I 34 votanti per la prima votazione del presidente dell’Ars non sono stati sufficienti a dare il via libera all’elezione del presidente. Ai partiti che sostengono Renato Schifani mancano sei voti. La coalizione di centrodestra è fiduciosa e dicono che «la maggioranza tiene».
Intanto i partiti di minoranza si sono incontrati. «Vogliamo condividere – ha detto Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico – una strategia a partire dal primo giorno. Aspettiamo già dalle prossime ore la nomina del governo della Regione perché non si può più attendere. Ci sono una serie di emergenze indifferibili che bisogna affrontare». Nei corridoi, non solo uno scambio di sguardi tra dem, cinquestelle ed esponenti di Sud Chiama Nord e Sicilia Vera. Al confine c’è già un possibile Terzo Polo, pronto a varcare la soglia per andare a rinforzare le fila e rendere dura la vita alla prossima giunta.
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