Ars: la sceneggiata metropolitana e i fantomatici 300 milioni di euro per la manovra bis

OGGI TORNA A RIUNIRSI SALA D’ERCOLE. ALL’ORDINE DEL GIORNO IL ‘SALVATAGGIO’ DI PALERMO, CATANIA, MESSINA E MEGAFONO CON I FONDI EUROPEI. SPUNTA PURE UNA FINANZIARIA ATTO SECONDO

Oggi torna a riunirsi l’Assemblea regionale siciliana. Si apre, insomma, la settimana politica e parlamentare della nostra sempre più disastrata Isola governata con i piedi. Politica, attività di Sala d’Ercole e amministrazione pubblica a tutti i livelli sono contrassegnate da un denominatore comune: la confusione.

Sul fronte politico si capisce poco o nulla. Si sa soltanto che, con la condanna dell’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, chi ha amministrato con lui per quattro anni – per esempio il senatore Giuseppe Lumia – non avrà molta strada davanti nel PD.

Da qui la necessità, per Lumia – e quindi per il presidente della Regione Rosario Crocetta e per gli alleati di quest’armata Brancaleone – di rilanciare il Megafono: una sorta di contenitore politico vuoto, da riempire di paroloni e di ingenui ogni qual volta Lumia ha bisogno di fare politica in alternativa al PD.

La ripresa del Megafono dal soffitto dove era stato ‘parcheggiato’ negli ultimi mesi presuppone un terreno politico (e non soltanto politico!) sul quale ‘lavorare’. Questo ‘terreno’ è rappresentato dalle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, che possono diventare fonte di finanziamenti europei, sia per evitare il dissesto finanziario di questi tre grandi Comuni dell’Isola, sia per fare ‘altre cose’.

Bisognerà capire, adesso, se Sala d’Ercole ‘reggerà il sacco’ a questa sceneggiata metropolitana, approvando una legge inutile che serve solo a Lumia, a Crocetta e ai Sindaci di queste tre città (che politicamente potrebbero essersi messi d’accordo con l’attuale Governo in vista di imminenti appuntamenti elettorali); o se l’Aula, ‘sgamata’ l’operazione, la ‘inchiummerà’.

L’attività di Sala d’Ercole, come si può notare, si mescola e si confonde con la politica: perché è sul progetto di una spesa distorta di una parte della Programmazione dei fondi europei 2014-2020 che una parte politica cerca di riorganizzarsi.

L’attività politica registra anche una seconda sceneggiata: il disegno di legge sulla manovra Finanziaria bis che la Giunta Crocetta fa sapere di avere analizzato ieri sera. Si parla di 300 milioni di euro. Ma non si capisce da dove sarebbero spuntati questi soldi.

Se ne dovrebbe sapere di più oggi, ammesso che questa manovra bis, da ‘entità’ confezionata per i giornalisti, diventi qualcosa di più concreto: per esempio, un disegno di legge inviato alla presidenza dell’Ars e alle Commissioni legislative. Solo questo passaggio, infatti, renderebbe chiaro da dove l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, intende prendere questi 300 milioni di euro.

Arriveranno da Roma col primo treno? Li prenderà dai fondi di riserva? O dal fondo rischi? Mistero.

In questa storia della manovra bis – a giudicare da quello che abbiamo letto dagli altri giornali – c’è anche un lato che potrebbe anche essere comico, ma che diventa amaro, visto che parliamo del futuro di 25 mila lavoratori. Ci riferiamo agli operai della Forestale.

Per i forestali il Governo Crocetta annuncia tagli. Altri tagli, aggiungiamo noi. Eh già, perché dei 280 milioni di euro dello scorso anno – conti alla mano, tenendo conto dell’impugnativa – per i forestali sono rimasti solo 50 milioni di euro.

Leggiamo che ai forestali taglieranno altri 22-23 milioni di euro. Ne deduciamo che per questo settore, per quest’anno, saranno disponibili 28-30 milioni di euro. Che serviranno, forse, per raccogliere ‘luppini’, come si usa dire a Palermo, non per occuparsi dei boschi siciliani.

Non ci resta che fare i complimenti a Cgil, Cisl, Uil e Ugl che, andando dietro al Governo Crocetta, sono riusciti a smantellare questo settore della vita pubblica siciliana. A cominciare dall’attività antincendio.

Noi non ci meravigliamo di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. E non ci meravigliamo nemmeno di Crocetta e dell’assessore Dario Cartabellotta.

Noi, molto più semplicemente, ci chiediamo che ci stanno a fare i lavoratori del settore in queste quattro organizzazioni sindacali.

 


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