Più che rinviata a settembre, questa Assemblea regionale avrebbe meritato una bocciatura senza diritto di replica. Si chiude con un nulla di fatto la seduta fiume in cui ieri pomeriggio i deputati di Palazzo dei Normanni avrebbero dovuto approvare il ddl contenente le variazioni di bilancio. Una manovra necessaria che, tra la commissione e l’Aula, si era ingrassata fino a diventare una mini-finanziaria di Ferragosto. Tra le tante piccole e grandi norme contenute tra le righe dei circa quaranta articoli che la formavano, la norma avrebbe sbloccato nove milioni per le ex Province ormai in dissesto, garantendo gli stipendi soprattutto ai funzionari degli enti intermedi di Siracusa, Enna, Agrigento e Ragusa, al collasso.
Già nel pomeriggio l’assessore alla Funzione pubblica e Autonomie locali, Luisa Lantieri, aveva proposto all’Aula di stralciare l’articolo 5 e affrontarlo separatamente, per garantire gli stipendi ai dipendenti dei Liberi Consorzi. Ma a puntare il dito contro la proposta dell’assessore, i capigruppo degli azionisti di maggioranza del governo Crocetta, Alice Anselmo (Pd) e Girolamo Turano (Udc). «Sono molto amareggiata – ha ammesso Lantieri a margine dell’Aula – quei nove milioni sarebbero stati una importante boccata d’ossigeno per i dipendenti delle ex Province. Ma l’Aula non ha voluto darmi retta».
Posticipate, dunque, anche l’assunzione di circa 200 persone nella Sas provenienti da altre società pubbliche liquidate o in liquidazione; la stipula del mutuo trentennale da 19 milioni di euro per salvare le Terme di Sciacca e Acireale; l’assistenza agli alunni disabili, un servizio che le ex Province siciliane ormai al collasso non sono più in grado di garantire per il prossimo anno scolastico.
Uno spettacolo indecoroso, quello che il Parlamento più antico d’Europa ha offerto ai propri spettatori nell’ultimo giorno di lavoro, prima delle ferie. Iniziato proprio con l’accusa dei cinquestelle della mancanza del numero legale, causata (anche) dalla totale assenza in prima battuta dell’intero gruppo Udc. «Dove sono i deputati, al mare? Siete una vergogna – ha urlato il pentastellato Francesco Cappello dal pulpito di sala d’Ercole – Per quanto ci riguarda, siamo pronti a chiedere il numero legale e a rimanere qui anche a ferragosto».
Così è stato, di sospensione in sospensione, la seduta presieduta dal vicepresidente Giuseppe Lupo è andata avanti a rilento, scandita dai comunicati stampa dei deputati che si affannavano a far sapere all’esterno che quel determinato provvedimento era passato (anche) grazie al loro contributo.
Fino alle 19, quando l’assenza del numero legale ha imposto una nuova sospensione di un’ora. Alla ripresa, una nuova, desolante immagine di sala d’Ercole semideserta. Così Lupo è stato costretto a prendere atto dell’assenza della volontà politica dell’Aula di portare a casa la legge. Tutto rimandato a settembre. Con buona pace dei dipendenti delle ex Province, che passeranno l’estate in bolletta.
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