Domani mattina il consiglio di presidenza dell'Assemblea regionale dovrebbe sottoscrivere il nuovo accordo con i sindacati del personale. Negli ultimi mesi, dopo la scadenza di quello precedente, gli stipendi sono tornati a crescere del 30 per cento. Da marzo ripristinati i limiti, ma gli extra e le indennità di funzione restano fuori
Ars, domani si firma il tetto stipendi a 240mila euro Escluse indennità. M5s: «Verrà ampiamente sforato»
Tetti ripristinati, a eccezione delle indennità che possono arrivare a pesare anche per qualche decina di migliaia di euro nelle tasche di alcuni burocrati dell’Assemblea regionale siciliana. Dopo circa un mese e mezzo di trattativa tra il consiglio di presidenza e le sigle sindacali che rappresentano il personale di palazzo dei Normanni, domani mattina si dovrebbe siglare l’accordo definitivo. Tornano i limiti – quello massimo è di 240mila euro lordi – che sono stati in vigore fino al 31 dicembre del 2017, ma con la possibilità di sforarli per le indennità di funzione, per turni notturni e straordinari.
«Mi auguro che i sindacati dei dipendenti firmino all’unanimità per non avere ulteriori strascichi», spiega Giorgio Assenza, il deputato questore di Forza Italia incaricato dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè di condurre la trattativa. Questi i tetti che verranno ripristinati a partire dal prossimo mese: 240mila euro lordi per i dirigenti, 204mila euro per gli stenografi, 193mila euro per i segretari, 148mila euro per i coadiutori, 133.200 euro per i tecnici e 122.500 euro per gli assistenti parlamentari. Senza questi paletti, come verificatosi nei mesi di gennaio e febbraio, gli stipendi del personale Ars sono lievitati del 30 per cento.
Nelle settimane di trattative le sigle sindacali avevano presentato tre diverse proposte: tornare in tutto e per tutto alla situazione antecedente al 31 dicembre, quindi tetti comprensivi di indennità; togliere dal conto le indennità di funzione e gli extra (cioè la soluzione che dovrebbe essere prevalsa); o aspettare che anche Camera e Senato, dove il tetto è allo stesso modo scaduto il 31 dicembre e a cui l’Ars fa riferimento per gli stipendi, trovino una soluzione dopo le elezioni Politiche.
Contrario il Movimento 5 stelle, presente con tre deputati nel consiglio di presidenza. «Noi – spiega Salvo Siragusa – avevamo proposto di tornare alla situazione degli ultimi anni, con una lieve tolleranza sullo sforamento dei tetti. Invece, includendo le indennità di funzione, i notturni e gli straordinari, i limiti indicati verranno ampiamente superati». Quanto pesano le discusse indennità nelle buste paga dei dipendenti dell’Ars? «Difficile fare un conto esatto perché non ci vengono fornite le tabelle complete – continua il deputato pentastellato -, ma l’indennità di funzione di un vicesegretario ammonta a 25mila euro, quella di un segretario al doppio. Alcuni stipendi -conclude – si avvicinerebbero a 300mila euro».