Ars, al via la manovra (clientelare) bis

Oggi la Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana pubblica il bilancio e la finanziaria senza le parti impugnate dal commissario dello Stato. In pratica, entra in vigore una legge monca, al limite dell’impossibilità di gestione. La pubblicazione dovrebbe scongiurare lo scioglimento anticipato di Sala d’Ercole per persistente violazione dello Statuto (la mancata approvazione del bilancio regionale, infatti, si configura come persistente violazione dello Statuto autonomistico della Sicilia).

Resta da capire a cosa serve un bilancio pieno di ‘buchi’. All’appello mancano oltre 550 milioni di euro che Governo e Ars avrebbero voluto coprire con un mutuo da contrarre presso la Cassa depositi e prestiti. Operazione che è stata impugnata dal commissario dello Stato. Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha replicato che pubblicherà lo stesso quella parte della legge che prevede la contrazione del mutuo. La legge glielo consente, ma dovrà aspettare i canonici trenta giorni. Così, oggi, in Gazzetta, è stata pubblicata, come già accennato, la legge priva delle parti impugnate.

In questo momento, tra Governo e Ars, regna la confusione totale. Non stiamo registrano una novità, dal momento che, dalla metà di dicembre dello scorso anno fino ad oggi, il parlamento siciliano ha solo combinato grandi ‘casini’, facendosi impugnare, di fatto, tutte le leggi di spesa – compresa la legge di bilancio – perché tutte regolarmente prive di copertura finanziaria.

Il commissario dello Stato – caso mai verificatosi nella storia dell’Autonomia siciliana – ha prima impugnato oltre 80 norme della manovra finanziaria e, in seconda battuta, ha impugnato il mutuo da oltre 550 milioni che aveva impugnato in prima battuta.

Per tutta risposta, nonostante la doppia impugnativa – peraltro assolutamente legittima, perché il Governo e Ars vorrebbero contrarre un mutuo da oltre 550 milioni di euro non per effettuare investimenti, ma per la spesa corrente, violando palesemente lo spirito della legge sulla contabilità pubblica – il presidente della Regione ha annunciato che pubblicherà lo stesso la legge impugnata. Se così sarà, beh, assisteremo a un atto di grande coraggio da parte del presidente della Regione. Perché se, poi, la Corte Costituzionale dovesse dargli torto – dando quindi ragione al commissario dello Stato – lo stesso Lombardo dovrà mettere le mani in tasca i risarcire alla Regione oltre 550 milioni di euro, cioè la somma che arriverebbe nelle ‘casse’ della Regione grazie al mutuo.

Ma la confusione non riguarda solo il mutuo, ma tutta la manova. Nei giorni ‘caldi’, quando la ‘botta’ per l’impugnativa era ancora ‘fresca’, il Governo regionale – non con atti ufficiali (che, per inciso, ancora non ci sono nemmeno in ordine alla pubblicazione della norma sul mutuo impugnata) – ha fatto sapere che si sarebbe provveduto alla pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale, anche delle altre norme impugnate.

Ieri, però, non da roboanti dichiarazioni con il petto in fuori, ma da atti parlamentari un po’ ‘miserabili’, abbiamo appreso, nei fatti, che la pubblicazione di buona parte delle norme impugnate a prima ‘botta’ (cioè le oltre 80 norme ‘massacrate’ con la prima impugnativa) non verrà pubblicata.

Se così non fosse, non si capirebbe perché, ieri, si è riunita l’Assemblea regionale siciliana. E infatti, ieri Sala d’Ercole si è riunita per cercare di mettere una ‘pezza’ alle oltre 80 norma impugnate: altro che scontro con il commissario dello Stato davanti alla Corte Costituzionale, come ha blaterato qualcuno!

Cosa stanno combinando i nostri 90 ‘califfi’? Nel piatto hanno messo quattro disegni di legge (ddl). Con il primo ddl dovrebbero recuperare le somme dai capitoli del bilancio impugnati dal commissario dello Stato (circa 70 milioni di euro). Con il secondo ddl di legge tale somma vorrebbe trasferita in quella parte del bilancio dove vengono appostati i cosiddetti fondi globali, ovvero le risorse finanziarie con le quali si finanziano nuove leggi. In questi due primi passaggi si addensano già ‘nubi’, perché su alcuni capitoli non possono essere condotte tali manovre.

Il terzo ddl prevede l’utilizzazione dei 70 milioni di euro. Con questi 70 milioni di euro noi pensavamo che Governo e Ars avrebbero approntato una prima parte di risorse finanziarie per i circa 30 mila operai della Forestale. Errore: con questi soldi la politica siciliana intende fronteggiare, nell’ordine, le seguenti spese: i dissalatori, il personale del’Eas (Ente acqudotti siciliani), l’emergenza Palermo e la tabella H. La dimostrazione – se qualcuno avesse ancora dubbi – che per Governo e Ars le clientele della tabella H vengono prima degli operai della Forestale.

Il quarto ddl – che si configura come una sorta di ‘miscellanea’ di provvedimenti – è stato spedito alle commissioni legislative di merito per essere riempito di ‘contenuti’.

Detto questo, anche per il rispetto della ‘liturgia’ parlamentare, vediamo, adesso, con parole semplici, che cosa hanno in testa i 90 ‘califfi’.

Oggi, a mezzogiorno, scade il termine per la presentazione degli emendamenti. Di fatto Governo e Ars, non contenti di aver subito ben due impugnative consecutive, si apprestano a mettere a punto quella che, di fatto, si configura come una nuova legge omnibus, che in buona parte verrebbe finanziata con soldi che ancora non ci sono e che non si capisce da dove dovrebbero arrivare.

In ogni caso, ne sapremo di più mercoledì prossimo, quando Sala d’Ercole si riunirà per inziare a discutere quella che, in fondo, si configura come una nuova legge finanziaria di stampi clientelare.

 

 


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