A vuoto la prima votazione per eleggere il presidente dell’Ars. Miccichè e i fedelissimi si astengono

A vuoto la prima votazione per il presidente dell’Ars: Miccichè muove le sue pedine. Il ciclone Miccichè si abbatte sulla prima votazione per l’elezione del presidente dell’Assemblea regionale: l’opposizione si astiene dal voto e così fanno anche l’ex presidente dell’Ars e i suoi fedelissimi. Risultato: solo 34 i votanti su un quorum che dovrebbe essere di 36. Tutto da rifare, dunque, seduta sospesa e seconda votazione in mattinata. Una seconda chiamata in cui l’opposizione dovrebbe votare scheda bianca, anche per fare emergere con lo spoglio tutte le fragilità di un centrodestra che, dopo le parole pronunciate stamattina più volte da Gianfranco Miccichè, che ha ribadito di non sentirsi più parte della maggioranza, conterebbe già la prima fazione interna, quella appunto guidata dal coordinatore regionale di Forza Italia. Insieme a lui ci sarebbero Michele Mancuso, Tommaso Calderone e Nicola D’Agostino: un manipolo di deputati nutrito, se si pensa che la maggioranza conta solo dieci seggi in più rispetto all’opposizione.

A questo punto, Schifani è avvisato: per fare pendere la bilancia da una parte o dall’altra basterebbero due voti. E voci di corridoio dicono che il tentativo della prova di forza sarà fatto subito, già in occasione dell’elezione del presidente dell’Assemblea, con i miccicheiani che potrebbero provare il colpo portando all’elezione non di Gaetano Galvagno, ma di Giorgio Assenza, anche lui di Fratelli d’Italia, cosa che non romperebbe gli equilibri e gli accordi elettorali, visto che consegnerebbe comunque la poltrona ai meloniani. L’azione di disturbo intestina alla maggioranza non entusiasma tuttavia l’altra opposizione, con Cateno De Luca che ai microfoni di Rmb dichiara: «L’opposizione va studiata, va fatta con delle rinunce anche pesanti, non per ottenere qualcosa in più. Un film che ho già visto. Mi chiedo che utilità abbia fare opposizione all’interno della maggioranza, se c’è un disaccordo si esca allo scoperto e si faccia vera opposizione».


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