Fra quelli falliti e quelli messi a segno sono molti i colpi organizzati da Librino. Le banche e gli uffici postali presi di mira non erano solo in territorio etneo ma anche in provincia di Siracusa e di Enna. Dalle intercettazioni è emersa la volontà di vendetta nei confronti di componenti passati con i rivali. Guarda foto e video
Librino, arrestati 8 della banda del bancomat Progettavano di gambizzare due ex complici
Una banda specializzata in furti con spaccate per estrarre e rubare bancomat di istituti di credito e uffici postali delle provincie di Catania, Siracusa ed Enna è stata sgominata. Otto gli arrestati: Rosario Ragonese (41 anni) ritenuto il promotore e il capo del gruppo, Massimo Grasso (42 anni), Salvatore Musumeci (24 anni) inteso Pistacchio, Rosario Puglisi (27 anni), Santo Ravasco (24 anni) inteso Pagnotta, Federico Silicato (29 anni), Alessio Viola (30 anni) e Salvatore Viola (36 anni). La base logistica del gruppo, secondo l’accusa, sarebbe il quartiere di Librino a Catania.
Il provvedimento della gip Anna Maria Cristaldi è stato eseguito nei giorni scorsi con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di associazione per delinquere finalizzata a furti e rapine. La notizia, però, secondo quanto riportato dall’agenzia giornalistica Ansa, ha trovato conferma soltanto adesso, dopo che due dei destinatari dell’ordinanza sfuggiti al blitz dei carabinieri si sono costituiti. La tecnica era sempre la stessa: rubare un camion e un escavatore per estrarre la cassaforte, portarla via e aprirla poi in un posto sicuro.
Tra gli episodi contestati alla banda c’è l’assalto al bancomat dell’ufficio postale di Villasmundo, in provincia di Siracusa, del 13 novembre del 2016, fallito per l’arrivo dei carabinieri. Durante la fuga, l’auto tenta di travolgere un maresciallo che ha esploso due colpi di pistola per provare a fermare la vettura, senza centrarla. Situazione simile si è verificata, il 5 febbraio del 2018, quando la banda tenta di fare esplodere un postamat a Valguarnera Caropepe, in provincia di Enna, servendosi di una bombola di gas con miccia collegata a un detonatore. Anche in quel caso è l’arrivo delle forze dell’ordine a far fallire il piano dei banditi che per garantirsi la fuga i banditi provano a travolgere un assistente capo che ha sparato nel tentativo di colpire un copertone dell’auto e bloccare la fuga.
Fallito anche il colpo del 4 ottobre del 2017 a un postamat di Fiumefreddo di Sicilia, in provincia di Catania. Riuscito invece l’assalto, il 3 gennaio 2018, al bancomat dell’agenzia della Banca agricola popolare di Ragusa a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. Per ricostruire tutte le tappe della band, le indagini dei carabinieri di Gravina di Catania, coordinate dal pubblico ministero Andrea Norzi e dall’aggiunto Ignazio Fonzo, si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali. Da una conversazione tra Ragonese e un altro degli arrestati emerge un piano per vendicarsi di due affiliati che erano passati a collaborare con un’altra banda rivale operante nello stesso settore. Il progetto era quello di «bruciargli le auto e di gambizzarli con colpi di fucile».