Arnone (PD) : “Io crocettiano pentito, vi svelo il bluff del Megafono”

L’ESPONENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO DI AGRIGENTO ATTACCA FRONTALMENTE IL GOVERNATORE DELL’ISOLA E IL SENATORE GIUSEPPE LUMIA

Alla direzione regionale del Pd, che affronterà il nodo dei rapporti ormai tesissimi con il Presidente della Regione Rosario Crocetta, l’avvocato Giuseppe Arnone da Agrigento, si presentare ‘armato’. Alla platea, infatti, leggerà una sua relazione dal titolo eloquente: “Io crocettiano pentito, vi svelo il bluff del Megafono di Crocetta e Lumia”. Il documento, sotto forma di lettera, si apre così:

“Caro Saro, io sono tra quei pochissimi politici che da oltre venti anni sta nel mirino dei mafiosi. E ho sempre campato non di politica, bensì con il mio lavoro. Sono avvocato cassazionista. La lotta alla mafia non mi ha dato né soldi, né cariche. Questa premessa è necessaria per evitare cialtronerie come quelle contro gli amici di Niscemi che combattono gli impianti americani del MOUS, amici che tu, dopo il tuo tradimento, hai insultato come collusi con la mafia. Dire adesso a me ‘filomafioso’ è molto, molto complicato. Come è impossibile smentire i fatti che adesso racconto. Per capire in che misura da un quarto di secolo i mafiosi mi odiano è sufficiente leggere i verbali dei pentiti agrigentini e i connessi accertamenti giudiziari. Tra breve si aprirà pure il processo relativo all’impegno di Cosa Nostra per impedirmi di essere eletto Sindaco di Agrigento. Sono in grado di dare, con la mia limpida storia. sia a te che a Lumia, grandi lezioni di impegno civile: al contrario di te e Lumia, ho combattuto dentro e fuori i Tribunali mafiosi, collusi e corrotti di ogni colore politico. Anche quelli travisati da compagni, anche quelli camuffati con la toga di magistrati, pure quelli che si annidavano nel PCI e nel PD”.

Poi dopo alcuni esempi di battaglie locali, l’affondo:

“Caro Saro, ti ho sostenuto, pagando le spese con il mio denaro, alle elezioni Europee del 2009. Nel luglio 2012 eravamo ‘pochi amici al bar’, ‘io mammete e tu’, quando siamo partiti per farti eleggere Presidente della Regione. Volevamo farti eleggere in nome dei valori di Pio La Torre quale suo erede.

“Adesso – prosegue Arnone –  sembra di essere innanzi non all’erede di Pio La Torre, ma al fratello minore di Montante e di altri imprenditori rampanti… nonché allo zio di Michele Cimino, il cugino di Forzese e di Savona, nonché di un bel po’ di folgorati dal Megafono, come Paolo sulla via di Damasco. Che indecenza!

“Sino a ieri ho vissuto da uomo del Megafono, ti ho sostenuto e finanziato alle Regionali, ho sostenuto e finanziato le Politiche il Megafono, ho partecipato a tutte le riunioni del Megafono di cui ho saputo l’esistenza. Sino al luglio 2013. E per questo adesso voglio dire ai Siciliani che il Megafono è un grande bluff, un paravento per consentire a te, a Lumia, a qualche potente industriale e a molti riciclati ‘acchiappati a destra e a manca’, di essere irresponsabili e di farvi i cazzi vostri. Alla faccia della democrazia e dei Siciliani!

“In un anno non vi è stato nessun momento, nessuno, neanche per sbaglio, ove noi sostenitori del Megafono abbiamo potuto discutere di politica, di problemi dei siciliani, di soluzioni possibili per lo sfascio generalizzato. Ai tempi di Mannino vi era forse più trasparenza: almeno qualche volta, mi dicono, si discuteva di politica. Con te e Lumia mai. Caro Saro, il tuo modo di fare è forse informato ad una furbizia levantina, ma è l’esatto opposto di ciò che serve alla Sicilia, è distante mille miglia dagli insegnamenti di Pio La Torre”.

Arnone quindi entra nel merito delle nomine nei posti di sottogoverno,  delle cacciate e delle ‘appartenenze’ politiche degli uomini prescelti da Crocetta:

“Se Lombardo o Cuffaro avessero nominato assessore la loro segretaria particolare, per di più bergamasca, noi, gli eredi di Pio La Torre, li avremmo inseguiti con lanci di pomodori. A te, invece, attraverso pulcinellate e ridicolaggini a non finire (politiche si intende…), tutto è permesso. Ci vuoi spiegare a quale cultura politica, a quale idea della Giustizia risponde la tua nomina dell’ex assessore berlusconiano Bufardeci al Consiglio di Giustizia Amministrativa?

“E a proposito di manciuglie, mi puoi spiegare il motivo per cui un ottimo dirigente come Pietro Lo Monaco, uomo di sinistra da tutti apprezzato, è stato da te cacciato via dalla Protezione Civile e sostituito, con tanto di promozione, da un notissimo ingegnere agrigentino, più in linea con la storia locale degli amici di Berlusconi che con la cultura ed i valori di Pio La Torre? Chi non si fidava di Lo Monaco? E perché? Impediva manciuglie Lo Monaco o le favoriva? I siciliani lo vogliono sapere. Vogliono sapere se con la bocciatura di Lo Monaco, con la sua sostituzione, vi è qualche nesso con i problemi relativi alla variante al passante di Palermo, affare di tanti milioni di euro. Lo Monaco era favorevole o contrario? E l’attuale che lo ha sostituito che posizione ha?

“Noi caro Saro, ti abbiamo voluto e votato per il cambiamento. Non volevamo, eleggendo te, collocare ai posti di vertice sempre i soliti poco nobili noti. Pensavamo di cambiare, di vedere a capo della Sanità o del 118 compagni come Filippo Grippi, persone che hanno rischiato la vita, nell’isolamento, scontrandosi vittoriosamente con il sistema dell’Ingegnere Michele Aiello e di Provenzano, con il malaffare di Bagheria e le furbizie dell’on. Iacolino. Gente come Grippi che ha subito minacce ed intimidazioni, continui attentati, e non si è piegato viene da te accantonata: a Crocetta, evidentemente, non piacciono gli eredi di Pio La Torre, i compagni dell’ex P.C.I.  Al 118 uno come Filippo Grippi è molto poco indicato, molto meglio l’ex deputato socialista craxiano Sanzeri, uomo di mondo che dà garanzie …

“E ritornando a promozioni incredibili a favore di amici di Alfano e similari, mi spieghi, in virtù di quale coincidenza, un alfaniano doc come il dott. Benito Infurnari è stato da te mandato a dirigere la Provincia di Agrigento e l’ATO Idrico? E’ stato uno scambio, un regalo ad Alfano, una coincidenza, un errore?

“E la nomina del magnate dei metronotte Basile, altro grande beneficiato del centro destra, a capo dell’IRFIS come la commentiamo? Ci saremmo attesi da Crocetta ispezioni su come si fanno gli appalti per i metronotte negli enti locali e regionali. Ed invece …

“Adesso mi è chiaro perché i vecchi parlamentari del centro destra, quelli in carica, quelli più opportunisti, fanno la corsa per venire da te. Capisco come hai folgorato Michele Cimino, Forzese, Savona, Totò Cascio e tanti altri campioni del cuffarismo e del berlusconismo. Le cose che contano, le nomine, gli incarichi, si decidono con loro ed i loro amici. Ho partecipato alle due feste elettorali a piazza Marina organizzate da te e Lumia in occasione delle politiche: erano piene di quei dirigenti Regionali che tre anni prima andavano alle feste di Lombardo e di Alfano e sei anni addietro a quelle di Cuffaro e Miccichè. Grande cambiamento o grande buffonata?

“Viene da pensare che al posto dei Filippo Grippi, dei Lo Monaco, dei Gioacchino Genchi, dei tanti Dirigenti regionali per bene emarginati dal vecchio sistema, il Presidente Crocetta preferisce gli ex amici di Cuffaro e di Lombardo, quelli che forse vanno un tanto al chilo, che si ripagano con qualche nomina, importante si intende. O con palate di quattrini. E sono sempre disponibili?

“Certo la Dott.ssa Patrizia Monterosso è una donna affascinante: ma vi è da chiedersi quale enorme fascino promana per rimanere ai Vertici della Presidenza della Regione pur cambiando il colore dei Presidenti. E’ fedele a che cosa la Monterosso? Ed il marito? Mi pare che pure lui ha beneficiato, di nomine crocettiane. Non sono manciuglie?

“Lo dico con chiarezza Raffaele Lombardo è stato molto ma molto più serio di te. Con Lombardo e l’assessore Russo ho posto, io a nome del PD, il problema di rimuovere, per ragioni importanti, il manager dell’ASP di Agrigento. E’ stato mandato via. A Lombardo e all’assessore Armao ho chiesto, a nome del PD, di riqualificare la sovraintendenza di Agrigento, incancrenita da pratiche e logiche da manette. La risposta è stata positiva, addirittura è stato bocciato il candidato sovraintendente voluto dal vice presidente della Regione dell’epoca, uomo con troppe ombre. Ho ancora conservati gli sms di protesta di quel vice-presidente della Regione agrigentino”.

Poi nelle conclusioni l’avvocato agrigentino dice che nel “Megafono non si parla di politica, non si parla di contenuti, non si parla di programmi. Solo di organigrammi dell’ex Centrodestra. Ma solo in segreto, gli interessati e Crocetta e Lumia. Mutu cu sapi u jocu“.

Non manca un colpo per Nelli Scilabra, assessore regionale alla Formazione in quota Lumia:

“Con la Scilabra si fanno i grandi proclami e le grandi sceneggiate sugli imbrogli della Formazione Professionale (anche se, per la verità, ti sei permesso di rimproverarmi per aver alzato la voce contro Genovese e il quadro di malaffare organizzato che inquina la vita democratica siciliana). Ma la Formazione è un settore ormai sterile per nuovi investimenti clientelari, tutto è già stato preso da Genovese, Papania, I.A.L, E.C.A.P. e protettori vari. Sulla Formazione e con il giovane volto della Scilabra ci si rifà la verginità … e si finge di essere campioni di legalità”.

E uno per la Sanità:

“La Sanità muove interessi economici per oltre quattro miliardi di euro, la Formazione un ventesimo. Ecco che non si fa nulla per ripulire la Sanità dalle enormi ‘manciuglie’ del sistema dei vecchi manager selezionati ai tempi di Cuffaro. Non si tocca nessuno dei vecchi equilibri preesistenti e si avvia il ‘percorso’ ottimale per mantenere ai vertici dell’A.S.P. i vecchi baroni-manager, purché riconoscano i nuovi feudatari, Lumia, Crocetta ed i loro proseliti. Sono una ridicola presa in giro per l’intera Sicilia le procedure avviate a Caltanissetta per selezionare i nuovi vertici delle A.S.P. persino con i superprescelti, i raccomandati d’ufficio che non devono essere selezionati. Quelli li ha già selezionati Cuffaro, devono solo dichiarare la loro nuova fedeltà”.

E, poi il caso Cracolici:  “Spieghiamolo a tutti, caro Saro, perché Antonello Cracolici non può far parte della tua Giunta, mentre Mariella Lo Bello è la benvenuta, la Lo Bello è proprio perfetta. Lo Bello non conta nulla, la sua presenza in Giunta è un’offesa per la democrazia. Lo scorso anno Capodicasa e Di Mauro l’hanno candidata quale Sindaco di Agrigento. Le liste che la sostenevano, formalmente apparentate, sono arrivate prime, con il 35%, Lo Bello ha ottenuto, invece, solo il 15%. Fuori dal ballottaggio e con una perdita secca di 20 punti rispetto alle liste. Una miracolata che non ha diritto di parola. E in assessorato al Territorio contano gli amici di Crisafulli e Capodicasa, di coloro che ti hanno imposto questa ‘signor nessuno’: una sindacalista delle Poste che dirige il Territorio e l’Ambiente. Alla faccia della competenza e dello spessore.

“In una Giunta simile Cracolici ‘stona’. Con Cracolici si dovrebbe parlare di politica, si dovrebbero discutere i criteri, si dovrebbero concordare le nomine. Capire il per come ed il perché. Con Cracolici non si potrebbe più utilizzare il metodo degli ordini che non si devono discutere, perché tu stai in Giunta – senza avere alcun peso – sol perché Crocetta e Lumia ti vogliono. Con Cracolici si dovrebbe discutere politicamente se è possibile avere un Cicero piglia tutto, perché così vuole il signor Montante. Con Cracolici si dovrebbe cominciare a capire se stanno sorgendo nuovi monopoli in materia di appalti, se vi sono coincidenze affaristiche tra gli imprenditori interessati ai mega-appalti dell’Agrigento – Caltanissetta, dell’interporto di Palermo, dell’interporto di Catania, dell’aeroporto di Catania, delle opere di Bronte, per citare solo i casi più chiacchierati”.

In  conclusione, la chiosa di Arnone: “Diciamola tutta: caro Saro tu vuoi una Giunta di persone prive di peso ed esperienza politica perché vuoi fare il tirannello irresponsabile. Che si fa gli affari propri. Questa è l’unica verità. A proposito, possiamo sapere quali sono i dissensi tra la persona più qualificata della tua Giunta, il magistrato Nicolò Marino, e i veri dominus del tuo “disegno” ovvero Confindustria Sicilia? Deve andare via Marino? Qualcuno non lo vuole perché non si piega? Perché vuole capire? Ostacola Confindustria, Marino? Concludo. Questo è solo l’inizio. Gli eredi di Pio La Torre, che mi onoro di rappresentare, da oggi in poi aprono un capitolo nuovo ed importantissimo della storia siciliana: massima vigilanza democratica in ordine al grande bluff di Crocetta e dei suoi ricchissimi alleati. Basta con il trasformismo, basta con l’asservimento ai potentati imprenditoriali”

Palermo, addì 23.09.2013

L’amaro/ Lumia come Schopenhauer: il mondo è come lo vedi


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