Approderà a Messina una nave con oltre 100 migranti Alcuni sono morti a bordo per esalazione di idrocarburi

«Fatemi vedere i loro corpi. Sono miei fratelli, veniamo dallo stesso luogo, siamo partiti insieme dalla Libia. Devo dire alle loro famiglie che sono morti. Per favore, lasciatemeli vedere», sono solo alcune delle parole gridate a bordo della nave Geo Barenz, di Medici senza frontiere, con a bordo 186 migranti. L’imbarcazione è diretta a Messina. Sul fondo della barca su cui viaggaivano sono stati trovati 10 persone morte per esalazione di idrocarburi. 

Le persone son ostate recuperate dalla ong dopo 13 ore da una prima richiesta di soccorso rimasta inascoltata. L’arrivo è programmato per questa mattina. Tra i sopravvissuti ci sono 152 uomini e 34 donne, di questi 61 sono i minori, compresa una bambina di soli 10 mesi di vita. I migranti sono provenienti da Guinea, Nigeria, Costa d’Avorio, Somalia e Siria. Molti di loro hanno vissuto esperienze traumatiche in Libia, da dove e’ partita l’imbarcazione.

Nonostante il sollievo di essere al sicuro a bordo della Geo Barents, come ha spiegato il team di Medici senza frontiere, i sopravvissuti mostrano segni di stress acuto e trauma. La maggior parte di loro sono terrorizzati. Alcuni di loro hanno dovuto riconoscere il cadavere di un fratello minore o di un amico deceduto di fronte ai propri occhi appena poche ore prima. 


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo