«È giusto che i cittadini sappiano che non è colpa dei poliziotti se Catania viene percepita come insicura». È quando messo nero su bianco in una nota della sezione locale dell’unione sindacale italiana poliziotti (Usip). «È la naturale conseguenza della riduzione degli organici, delle strutture vetuste che versano in condizioni igienico-sanitarie disastrose, della mancanza di mezzi e di risorse economiche (per il pagamento del lavoro straordinario). Tutto questo non permette ai poliziotti di lavorare in maniera serena e di assicurare la copertura del territorio». Uno sfogo affidato a una comunicazione che sembra più una sorta di lettera aperta. «I pochi poliziotti in servizio sulle strade etnee sono letteralmente abbandonati a se stessi. Durante ogni turno esce la media di sei pattuglie per tutto il capoluogo – denunciano dal sindacato di polizia – a fronte di migliaia di poliziotti in servizio negli uffici centrali e periferici della questura etnea. Ciò rende impossibile anche l’espletamento dei servizi basilari di prevenzione e soccorso pubblico».
«I commissariati di polizia sezionali sono ormai solo serbatoi da cui attingere per l’ordine pubblico. Reputiamo – dichiarano da Usip – che occorra una adeguata strategia per prevenire e contrastare la criminalità che, negli ultimi tempi, è sempre più dilagante. Strategia che passi anche dalla rimodulazione degli uffici, più uomini sulle strade a tutela del cittadino e meno burocrati (considerato che poi per un passaporto servono sei o sette mesi d’attesa). La polizia – aggiungono – non può permettersi d’impantanarsi come una qualsiasi farraginosa macchina burocratica. Richiediamo un intervento autorevole al ministro dell’Interno e al capo della polizia, per restituire la giusta attenzione alle problematiche della città di Catania, al fine di garantire la necessaria e adeguata sicurezza sia a donne che a uomini della polizia e a tutti i cittadini. Se non avremo ricevuto risposte concrete in tempi ragionevoli – concludono – organizzeremo una manifestazione per denunciare all’opinione pubblica le sempre più precarie condizioni in cui sono costretti a lavorare i poliziotti catanesi».
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