L'Associazione nazionale costruttori edili diffonde i numeri sull'espletazione dei bandi di gara in Sicilia. Le cifre, sconfortanti, parlano di un sistema condizionato da una legislazione che lascia troppo spazio alla discrezionalità. Sempre più frequenti i ricorsi al Tar
Appalti e burocrazia, l’allarme dell’Ance «Una gara su due non viene aggiudicata»
Una gara d’appalto su due in Sicilia non viene aggiudicata. A lanciare l’allarme è l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), che prende di mira la lentezza della burocrazia per sottolineare quanto sia inutile per la politica «annunciare roboanti piani di finanziamento di nuove infrastrutture» se poi gli stessi non hanno futuro.
Stando ai dati diffusi da Ance, dal 2007 il sistema degli appalti in Sicilia è quanto mai condizionato da una legislazione che sembra andare in direzione opposta alla semplificazione delle procedure. Soltanto negli ultimi due anni, infatti, «su 307 gare bandite per 356 milioni di euro ne sono state espletate 152 (49,5%) per 176 milioni di euro (49,5%), mentre non si ha notizia, allo scorso mese di ottobre, di 155 gare (50,5%) per 179 milioni (50,5%)». Il fenomeno si manifesta indipendentemente dalla stazione appaltante: sia che si tratti dell’Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici (Urega) che dei Comuni o della stessa Regione, l’iter rimane sempre tortuoso.
La tendenza degli ultimi otto anni è ben diversa a quanto accadeva a cavallo tra anni Novanta e Duemila: «Il livello ottimale – si legge in una nota di Ance – storicamente appartiene al 1999, quando furono bandite 2.380 gare per un miliardo e 477 milioni, di cui 1.897 espletate (79,7%) per un miliardo e 200 milioni (83,9%), 57 annullate o sospese (2,4%) per 39 milioni (2,7%), e “solo” 426 (17,9%) rimaste nel limbo per 198 milioni (13,4%)».
Tra le cause individuate dall’associazione dei costruttori, oltre la saltuarietà con cui le commissioni di gara si riuniscono, anche l’elevato numero di ricorsi presentati dalle ditte scartate: «Intervenire per semplificare e chiarire le procedure e ridurre i tempi di espletamento degli incanti – dichiara il presidente facente funzioni Santo Cutrone – e anche per limitare le tante discrezionalità che causano la presentazione di ricorsi che bloccano le aggiudicazioni definitive».