«Novità? Noi siamo pronti. Stanno finendo i lavori della strada, asfaltiamo parte della rotatoria. Non è una cosa che si può aprire dall’oggi al domani». Gli entusiasmi di luglio per l’apertura del pronto soccorso del Policlinico di via Santa Sofia sono ormai sopiti. Il direttore generale dell’azienda sanitaria, che a MeridioNews – in estate – aveva annunciato l’avvio in autunno delle attività nella nuova sede del reparto d’emergenza, adesso frena. «È un percorso lungo», ammette Paolo Cantaro. Come quello, finalmente in dirittura d’arrivo, del reparto di avanguardia di Ematologia, che dalla storica sede dell’ospedale Ferrarotto venerdì aprirà i battenti nel cosiddetto serpentone, l’edificio all’interno del polo al di là della circonvallazione. «Non è lo stesso palazzo con l’elisuperficie – precisa Cantaro – quello sarà solo pronto soccorso». Un futuro che, ancora una volta, non è bene identificato. E per il quale la fretta si rinnova di anno in anno, senza che però arrivi una conclusione. Perfino il drappo bianco che copre la scritta «Pronto soccorso», sulla facciata della struttura, ha cominciato a cedere. Le lettere finali ormai si vedono tutte, a ricordare il ritardo.
Nel frattempo, il pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele – dato in fin di vita ormai un anno fa – continua a essere aperto e operativo. «Da dentro il policlinico abbiamo trasferito il laboratorio analisi – assicura Cantaro – dal Vittorio dovremo trasferire Chirurgia e Medicina d’urgenza, il pronto soccorso vero e proprio e la clinica ortopedica. Abbiamo tutto pianificato e stiamo lavorando. Intanto c’è la grande notizia dell’apertura dell’Ematologia…». Il reparto che, per intenderci, si occupa dei trapianti di midollo osseo, dei linfomi e dei tumori del sangue. «Venerdì mostreremo i locali e nelle prossime settimane il trasloco sarà completato». Quindi non sarà pienamente operativo da questa settimana? «No, da prima di Natale. È un momento in cui abbiamo una serie incredibile di trasferimenti, quindi li stiamo dosando tutti in base alle nostre disponibilità ed esigenze».
Nel frattempo, sempre sul fronte della sanità, gli annunci per l’ospedale San Marco di Librino si susseguono: deve aprire a febbraio da un anno almeno. La settimana scorsa, un comunicato stampa annunciava la nuova scadenza alla fine del secondo mese del 2018, con tanto di operatività di diversi reparti. A pesare sull’apertura, dicono tutti, è la batosta finanziaria e giudiziaria che si è abbattuta sul colosso delle costruzioni Tecnis. Per il quale alla fine di luglio era stata richiesta la cassa integrazione straordinaria per 42 dipendenti. Non sarebbe stato questo, però, il vero problema dei ritardi: fonti sindacali parlano di difficoltà a lavorare con le aziende subappaltatrici delle opere finali, quelle non strettamente edilizie: impianti di condizionamento, elettrici, rifiniture. Imprese che, per operare, avrebbero avuto bisogno di una Tecnis solida. Ritenuta tale solo dopo le rassicurazioni dell’amministratore straordinario Saverio Ruperto, di fronte alla prefetta di Catania Silvana Riccio.
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