Le dichiarazioni sul mondo dell'informazione del magistrato riguardano certi blog e non i giornali
Antimafia, il Procuratore Lari: Non ce lavevo con la stampa
LE DICHIARAZIONI SUL MONDO DELL’INFORMAZIONE DEL MAGISTRATO RIGUARDANO CERTI BLOG E NON I GIORNALI
Hanno suscitato non poche perplessità le dichiarazione che il Procuratore Capo della Repubblica di Caltanissetta, Sergio Lari, avrebbe pronunciato nel corso di un convegno sulla mafia, andato in scena a Chianciano Terme e riportate dall’Agenzia di stampa Italpress. alle 10.27 del 16 Settembre scorso.
Al di là delle considerazioni sul ruolo e sul peso specifico delle organizzazioni che in Sicilia professano l’antimafia, di cui vi abbiamo dato conto altrove, ad accendere il dibattito, soprattutto nel mondo del giornalismo siciliano, sono state le sue parole relative al mondo di internet e in particolate ai ‘siti di informazione’.
Parlando di centri occulti che starebbero orchestrando una campagna di delegittimazione contro chi combatte le mafie in Sicilia, il Procuratore ha detto che “si servono dei nuovi mezzi di comunicazione come i blog, i social network e alcuni siti di informazione on line che sono incontrollabili”.
Parole che, in un momento in cui il web rappresenta uno degli ultimi baluardi della libertà di espressione, sono suonate come una nota stonata. Soprattutto se pronunciate da un magistrato che con le sue inchieste sulla strage di via D’Amelio, ha dimostrato di non volersi fermare dinnanzi al velo di Maya, e, soprattutto, se riferite ai ‘siti di informazione’. Che, solitamente, sono fatti dai giornalisti.
L’Italia, come è noto, è agli ultimi posti della classifiche in tema di libertà di stampa, e sono proprio i giornali online, i siti di informazione. ad impedirle di scadere verso i posti occupati da Paesi come la Cina o la Birmania.
Perché dunque, un magistrato come Lari li attaccherebbe? Comprensibile che lo faccia un politico (lo ha fatto il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ad esempio, suscitando la reazione della categoria, e lo fanno molti altri politicanti). Ma Lari…
LinkSicilia è riuscita a contattarlo. E a chiedergli ‘lumi’.
“Non mi riferivo alla stampa, parlavo di un fatto specifico avvenuto su certi blog nisseni dove sono stati scritti commenti pesanti, ad esempio, a proposito del Prefetto di Caltanissetta. Non ce l’ho certo con la stampa”, dice al nostro quotidiano online il Procuratore Sergio Lari. Che aggiunge: “Attaccare la stampa non sarebbe un mio compito, è come attaccare la magistratura”.
Gli facciamo notare che gli attacchi alla magistratura nella nostra ‘Italietta dei misteri’ sono comunque all’ordine del giorno e ribadisce: “Ripeto, mi riferivo ad un fatto specifico”.
Insomma Lari, parlando di blog e non essendo del mestiere, forse li ha confusi con chi fa informazione. O, forse chi ha riportato le sue dichiarazioni, non ne ha capito il senso.
In effetti c’è da registrare un particolare: altre agenzie di stampa, come l’Ansa e l’Agi, non hanno dato conto, nella loro cronaca del convegno di Chianciano Terme, di queste ‘osservazioni’ sui siti di informazione. Ma è anche vero che Lari non ha smentito l’Italpress.
Ad occhio e croce, o c’è chi ha voluto fare dire a Lari cose che non ha detto, oppure il Procuratore, e non era tenuto a saperlo, ignorava la differenza tra blog, social network e siti regolarmete autorizzati ad informare.
La sua precisazione comunque, non può che compiacere. C’è già abbastanza gente che in Sicilia sopporta male una informazione libera, e in Italia, in generale, la democrazia di internet, ma il titolare di una delle inchieste più importanti della recente storia d’Italia, non può essere tra questi.