In arresto anche l'imprenditore Baldassare Di Giovanni, che avrebbe messo in piedi insieme al capo dell'ente un sistema di false fatture per ottenere finanziamenti regionali ed europei. Sei le persone denunciate. I finanzieri del comando provinciale di Trapani hanno posto i sigilli su una quarantina di immobili
Formazione, frode da 53 milioni di fondi pubblici In manette il presidente dell’Anfe Paolo Genco
Una nuova indagine potrebbe scuotere il settore della formazione professionale con una truffa. L’operazione della guardia di finanza ha avuto origine nel Trapanese, dove sono stati posti sotto sequestro una quarantina di immobili. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di una truffa da 53 milioni di euro tra fondi regionali ed europei, messa in atto tra il 2010 e il 2013. A finire ai domiciliari sono Paolo Genco, presidente dell’Anfe, uno dei più grandi enti che operano nel settore della formazione, e l’imprenditore Baldassare Di Giovanni, titolare delle aziende General Informatic Center e Cooreplast.
Alla base della frode ci sarebbe un sistema di fatture false, emesse dallo stesso Di Giovanni, per chiedere rimborsi su spese mai sostenute. Rimborsi di cui avrebbe beneficiato Greco, uno degli ultimi ras del mondo della formazione professionale, che avrebbe speso i soldi per l’acquisto di immobili a nome della società immobiliare La Fortezza, anche questa gestita da Di Giovanni, con la partecipazione di una dipendente dell’Anfe, a sua volta finita nel registro degli indagati insieme ad altre cinque persone. In diversi casi è stato appurato che l’ente di formazione avrebbe utilizzato alcuni degli immobili, ora sotto sequestro, come sede per corsi di formazione, fruttando così un ricavo doppio a Genco e Di Giovanni.
Tra i primi a commentare gli arresti, il deputato di Forza Italia Marco Falcone. «L’arresto di Paolo Genco rappresenta uno dei tanti e grandi nodi irrisolti del governo regionale. Nei mesi scorsi avevamo già puntato il dito su enti come l’Anfe, che non pagano lo stipendio ai dipendenti da oltre 15 mesi, nonostante questi lavorino regolarmente e le risorse siano state puntualmente erogate dalla Regione». Per il parlamentare azzurro, i fatti «dovrebbero fare riflettere l’assessore Marziano, imponendo agli uffici competenti maggiore rigore nell’utilizzo dei fondi pubblici». A dire la propria anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha ricordato di aver ricevuto attacchi «quando qualche anno fa, insieme a Nelli Scilabra (ex assessora, ndr), avevo individuato il marciume che sta dentro la formazione professionale»