La storia è raccontato da un giovane che venerdì scorso è arrivato nella Capitale convinto di prendere la coincidenza verso l'Isola, ma così non è stato per colpa di un ritardo. «Costretti ad attendere il treno delle 5.30 passando la notte al freddo», racconta
Ancora disagi su Flixbus per chi ritorna in Sicilia «Rimasti a Roma, il bus è ripartito senza di noi»
«Trenta persone lasciate a Roma Tiburtina e buttate letteralmente fuori anche dalla stazione Termini». Sono le 22.30 di venerdì scorso. L’autobus di Flixbus – la compagnia low cost che effettua tratte in oltre trecento città italiane -, partito da Firenze quattro ore prima e con 50 minuti di ritardo, arriva nella stazione della Capitale. Molti dei passeggeri scendono dal mezzo convinti di dover salire in quello che li porterà in Sicilia, meta finale del viaggio. Le cose – accadute il giorno precedente al collegamento con Catania, poi interrotto a Vibo Valentia – vanno diversamente.
Alla stazione Tiburtina, infatti, non c’è nessun autobus ad attenderli. Quello che da Roma dovrebbe portarli fino a Marsala, facendo diverse fermate lungo tragitto, è partito. «Pare abbia atteso oltre un’ora, poi si è messo in moto e ha lasciato a terra tutti i passeggeri che erano saliti a bordo a Milano, Bologna e Firenze», racconta a MeridioNews un giovane siciliano, di ritorno nell’Isola per le vacanze natalizie. Stando alla ricostruzione, l’autista della società privata, a cui si è appoggiata Flixbus per completare la tratta Firenze-Roma, avrebbe avvertito del ritardo ma la compagnia non avrebbe proposto nessun piano di viaggio alternativo.
I reclami non sono serviti a nulla e per i trenta rimasti a Roma non è rimasto altro che tentare di prendere il primo treno disponibile per Villa San Giovanni, in Calabria. Ovvero alle 5,30 con partenza dalla stazione Termini, dove il gruppo si è spostato a proprie spese. «Abbiamo trascorso l’intera notte al freddo – continua il giovane -. La stazione all’una e mezza ha chiuso le porte e siamo stati costretti ad attendere all’esterno la riapertura». Tuttavia, alla fine si riesce a salire sul treno e ad arrivare fino all’imbarcadero calabrese. E successivamente prendere il traghetto e mettere piede in Sicilia. «Sono arrivato a casa alle 17 di sabato, dodici ore dopo rispetto a quando era previsto con il bus. Praticamente un viaggio della speranza», conclude il passeggero.