La procura di Catania contesta episodi a partire dalla fine del 2016, per abbracciare il 2017 e spingersi fino alla tornata nazionale dell'anno dopo. Quando a candidarsi c'era anche la «compagna Valeria Sudano», si legge nell'avviso di conclusione indagini
Anche le amministrative tra le accuse a Sammartino Il mondo della sanità epicentro di promesse e favori
Non solo le elezioni Politiche del 2018, ma anche le Regionali del 2017. E pure le Amministrative dello stesso anno a Misterbianco e Sant’Agata Li Battiati. L’indagine della Digos di Catania che vede coinvolto Luca Sammartino è più ampia di quanto potesse sembrare inizialmente e tocca diversi appuntamenti elettorali. La procura di Catania contesta infatti episodi a partire dalla fine del 2016 per abbracciare tutto il 2017 e spingersi fino alla tornata nazionale dell’anno dopo. Al centro di tutto c’è mister 32mila preferenze, il deputato di Italia Viva ex Pd accusato di avere promesso assunzioni, favori e raccomandazioni in cambio di voti. «Per se stesso e per la sua compagna Valeria Sudano», si legge nell’avviso di conclusione indagini, eletta un anno fa al Senato e non indagata dai magistrati etnei.
Secondo gli inquirenti è soprattutto nel mondo della sanità che l’odontoiatra Sammartino avrebbe trovato le sponde per garantire quelle «utilità» che ora gli valgono l’accusa di corruzione elettorale. È il caso per esempio delle assunzioni che avrebbero ottenuto il figlio di Sebastiano detto Nuccio Anastasi (indagato) e l’ex consigliere di circoscrizione a Catania Marco Mirici Cappa (indagato). Per i pm, entrambi hanno trovato occupazione alla Elisicilia srl in cambio del loro voto e dell’impegno a favore di Sammartino nelle elezioni del 2017 e del 2018. La Elisicilia srl (non coinvolta nell’inchiesta) ha sede tra Modica e Pozzallo ed è guidata da Luca Mallia. Si occupa di vigilanza e servizi antincendio e di emergenza, oltre che della gestione di elisuperfici. Tra i suoi importanti clienti ci sono anche il Consorzio autostrade siciliano e diverse aziende sanitarie sparse in tutta Italia, comprese quelle di Trapani, Ragusa, Siracusa, Enna, Messina, Agrigento, Caltanissetta. Recentemente ha pure ottenuto finanziamenti dall’assessorato regionale alle Attività produttive per il sostegno alla industrializzazione e all’innovazione.
Altra azienda dove Sammartino avrebbe piazzato alcuni suoi grandi elettori sarebbe la Althea Italia srl, ex Higea (non coinvolta nell’inchiesta). Un colosso nazionale nel campo della tecnologia biomedica, che in Sicilia ha vinto l’appalto per la manutenzione delle apparecchiature elettromedicali nelle Asp di Catania e Messina. Lì lavorano adesso il figlio del sindaco di Aci Castello Carmelo Scandurra e l’ex consigliere comunale di Catania Giuseppe Musumeci, entrambi indagati. Per Musumeci, Sammartino avrebbe anche promesso di intercedere con i vertici della società per «garantirgli migliori condizioni di lavoro».
A Mario Cannata Galante, fratello del consigliere comunale di Militello in Val di Catania Salvatore Cannata Galante (entrambi indagati), sarebbe stato invece garantito un posto in una residenza sanitaria assistita, tramite l’agenzia per il lavoro Openjobmetis spa (non coinvolta nell’inchiesta). I due Cannata Galante in cambio si sarebbero spesi per le Regionali 2017. Mentre, sempre secondo gli inquirenti, l’avvocato Alfredo Scozzarella, ex consigliere comunale a Caltagirone, avrebbe chiesto il trasferimento della cugina dall’ospedale Cannizzaro all’Asp di Catania, grazie «agli interventi di Sammartino nei confronti dei vertici e di funzionari dell’Asp di Catania, dell’azienda ospedaliera Cannizzaro e dell’Arnas Garibaldi».
Se il core business della rete sammartiana viene indicato nella sanità, la procura di Catania elenca altri tre casi dove i favori sarebbero stati fatti in altri campi. Maurizio Pellegrino, figlio dell’ex assessore provinciale di Catania e consigliere comunale a Misterbianco Orazio, è accusato di aver scambiato voti con una velocizzazione del saldo di un credito vantato dalla sua società, la Global Technology System, e della rateizzazione di un debito. Risultati che avrebbe raggiunto grazie alle «intermediazioni» di Sammartino su funzionari regionali e della Serit/Riscossione Sicilia.
Nino Rizzotto, attuale assessore di Mascalucia, da tempo – sin dalla creazione di Articolo 4, poi confluito nel Pd – segue le orme politiche di Sammartino. Ma il suo interesse nel raccogliere voti per il deputato regionale non si sarebbe limitato all’ambito politico. I pm lo accusano infatti di aver barattato voti (per le ultime Amministrative a Misterbianco e Sant’Agata Li Battiati in favore di candidati di area sammartiniana, e poi per le Regionali e per le Politiche) con favori: tornare a lavorare nella sede Inps (di cui è dipendente) a Mascalucia, grazie all’intercessione di mister 32mila preferenze sul direttore di Catania Sergio Saltalamacchia (non indagato); ma anche l’assunzione del figlio nell’istituto di vigilanza privata Ancr srl e il trasferimento della figlia dalla sede di Bologna a quella di Catania dell’assicurazione Linear/UnipolSai (nessuna delle due società è coinvolta nell’inchiesta). Nella sua qualità di dipendente dell’Inps, Rizzotto avrebbe pure agevolato il pagamento del Tfr a un’«amica stretta» di Sammartino. Infine altro ente pubblico dove il deputato regionale avrebbe promesso di intervenire è la Pubbliservizi, la partecipata dell’ex provincia di Catania. Qui lavora il consigliere della seconda circoscrizione Damiano Capuano che, secondo l’accusa, avrebbe voluto «migliori condizioni di lavoro» (cioè diventare «responsabile di settore») grazie sempre allo zampino di Sammartino.