Cani, gatti, roditori, rettili, pesci e uccelli dovrebbero potere avere una degna sepoltura. È l'obiettivo del disegno di legge presentato all'Ars che vuole garantire «un trattamento pietoso dopo la morte». Per gli animalisti, però, «servono prima i rifugi e i ricoveri»
Anche la Sicilia potrebbe avere cimiteri per animali Volontaria: «È più urgente pensare a quelli in vita»
Cani, gatti, roditori, rettili, pesci e uccelli dovrebbero poter riposare in pace anche in Sicilia. L’idea di dare una degna sepoltura agli animali d’affezione, quelli cioè tenuti per compagnia senza fini riproduttivi o alimentari, è stata messa nero su bianco in un disegno di legge presentato all’Ars che vede come primo firmatario il deputato di Diventerà bellissima Giorgio Assenza. «La proposta è nata dalle richieste di chiarimento in merito alla sepoltura per gli animali domestici che mi sono arrivate – spiega il parlamentare a MeridioNews – e dal fatto che in Sicilia non esistano luoghi deputati a ospitarli».
Nel documento presentato all’Ars viene specificato che un cimitero per gli animali dovrebbe avere caratteristiche «equiparate a quelle di un cimitero per umani: sono sottoposti alla vigilanza comunale che si avvale, per gli aspetti sanitari, dell’Asp territorialmente competente». Non solo una questione affettiva, ma anche sanitaria. L’obiettivo è quello di «garantire agli animali un trattamento pietoso dopo la morte».
«Prima di pensare agli animali morti, bisogna pensare a quelli vivi», commenta Linda Trazzeri dell’associazione animalista L’Altra zampa convinta che«se si riescono a trovare spazi pubblici in cui realizzare un cimitero, in realtà sarebbe più utile utilizzarli per farci rifugi sanitari e di ricovero». Insomma prima di dare dignità agli amici a quattro zampe dopo la morte, sarebbe più urgente farlo mentre sono ancora in vita. «Al momento – spiega la volontaria – esistono solo strutture private a cui i Comuni si appoggiano per i randagi. Resta un grosso problema per i privati che, per un motivo qualsiasi, devono rinunciare a prendersi cura dei loro animali e non sanno dove portarli». Questo, ad eccezione di coloro che possono certificare un’impossibilità legata a motivi economici o di salute o in alcuni casi di morte del padrone.
Ad oggi, gli animali di affezione dopo la morte vengono considerati rifiuti speciali e vengono smaltiti di conseguenza. «Esistono ditte private specializzate – spiega Trazzeri – che si occupano del ritiro delle carcasse che finiscono negli inceneritori». Molte persone, però, per questioni affettive e anche economiche, nonostante non sia legale, preferiscono seppellire il proprio animale nel giardino davanti casa o nei terreni di campagna, sotto un albero.
Per venire incontro a questo vuoto normativo, arriva la proposta di «approvare una norma – si legge nel ddl – che obblighi i Comuni entro un logico ma determinato lasso di tempo a dotarsi di almeno una area nella quale allocare un cimitero per gli animali d’affezione da gestire in proprio o affidandolo a privati o associazioni». Le aree in cui realizzarli, come descritto nel regolamento comunale tipo già presentato anche altrove in Italia e allegato al disegno di legge, dovrebbero essere fuori dai centri abitati e delimitati da un’apposita recinzione. Ovviamente, sarebbe consentito l’ingresso anche agli animali (vivi).
Regole fisse anche per il procedimento di sepoltura. «Le spoglie vanno inumate unicamente in terra vergine senza opere murarie, con la possibilità di posa a terra di una targa che non riporti riferimenti a simboli o contenuti religiosi», si legge nel ddl. Ammessi anche l’interramento e la dispersione delle ceneri, ma non la tumulazione. La proposta di legge riguarda diversi tipi di animali (cani, gatti, piccoli roditori, rettili e pesci ornamentali, uccelli da gabbia), a patto che non superino i cento chili di peso e un metro e mezzo di dimensione, e soprattutto «a condizione che un apposito certificato veterinario escluda la presenza di malattie trasmissibili all’uomo o infettive di particolare rilevanza per gli animali».