Un «disguido con il fornitore», creditore di una grossa somma dall'Azienda metropolitana trasporti etnea. Così sei vetture alimentate a gas non sono uscite in strada, oggi. Bloccate nel deposito di Pantano D'Arci. All'interno del quale l'anno scorso è stata costruita una pompa di carburante che, però, è ancora vuota
Amt, autobus a secco fermi in deposito «Carenza di liquidità» e salta il metano
Dal deposito alla zona industriale al rifornimento di metano a San Gregorio: troppa strada da fare senza carburante. Sono sei gli autobus a gas dell’Amt Catania che questa mattina sono rimasti a secco. A causa di «un disguido con il fornitore» secondo Antonio Barbarino, direttore generale della società etnea. Più che di un disguido si è trattato del mancato pagamento del dovuto al rifornitore di metano di Pantano d’Arci, con il quale l’azienda dei trasporti pubblici etnei ha stipulato un accordo commerciale del valore di quasi due milioni di euro l’anno.
Tanto serve per rifornire le 40 vetture che vanno a gas, alle quali si aggiungono altri 60 mezzi che, invece, sfruttano ancora il gasolio. «Questa mattina sono fuori 96 autobus sui cento previsti – spiega Barbarino – Abbiamo una ventina di bus che ci servono da scorta, per garantire la regolarità del servizio». Che però oggi non è stata rispettata, proprio per via della mancanza di metano. A farne le spese anche la linea speciale Brt, che dovrebbe essere la più veloce del capoluogo e dovrebbe collegare la periferia al centro a intervalli brevissimi. «Purtroppo oggi non è stato possibile», continua il dirigente.
La notizia dei possibili rallentamenti nella frequenza dei bus cittadini è stata diffusa questa mattina dal blog specialistico Mobilita Catania. «Il problema è stato superato oggi stesso», garantisce il direttore dell’Amt. La «temporanea carenza di liquidità» ha causato la sospensione dell’erogazione del metano. Così gli autisti catanesi sono stati costretti a cambiare il rifornimento abituale, che vanta un grosso debito dalla società etnea, e ad andare fino a un’altra stazione di servizio, nel Comune di San Gregorio.
Una soluzione tampone, in attesa che il Comune di Catania sblocchi – pare nei prossimi giorni – quasi due milioni di euro di fondi. «Ma l’amministrazione ha nei nostri confronti un debito di circa 15 milioni di euro – afferma Antonio Barbarino – Mentre dalla Regione dobbiamo percepirne circa 30 milioni». Da pagare nell’immediato ci sono i fornitori e le manutenzioni. E soprattutto c’è da scongiurare il rischio dei ritardi nei pagamenti degli stipendi agli autisti.
Il pieno di metano a un autobus Amt costa circa 300 euro e basta appena per due giorni di servizio tra le strade di Catania. Un risparmio, comunque, rispetto ai mezzi a gasolio. Per questo la società ha bandito l’acquisto di nove nuovi autobus urbani a gas naturale. Alla prima gara d’appalto da due milioni e mezzo di euro è arrivata una sola offerta. Che è stata scartata perché troppo cara. «Ogni bus costa circa 250mila euro, ma avevamo ricevuto una proposta per una cifra più bassa – aggiunge il direttore generale – Quindi abbiamo preferito chiudere la gara e bandirla nuovamente, sperando in offerte più economiche».
A questo bando si aggiunge quello per la fornitura di gas metano, che permetterebbe all’azienda di chiudere i rapporti con i rifornimenti esterni. «Nel 2015 abbiamo finito i lavori per una pompa di carburante all’interno del deposito di Pantano d’Arci. Ma adesso dobbiamo capire come riempirla – conclude l’ingegnere Barbarino – Senza la necessità di spostare i mezzi dal parcheggio al rifornimento guadagneremmo tempo e soldi». La gara per la fornitura è appena partita. Ma, nel frattempo, gli autobus potrebbero ancora restare fermi.