L'indiscrezione è stata divulgata dal quotidiano tedesco Bild. L'agente siracusano che uccise il 24enne tunisino, ritenuto responsabile della strage al mercatino di Natale di Charlottenburg, sarebbe autore di numerosi contenuti che inneggiano al Ventennio. Negli scorsi giorni, è stato trasferito per motivi di sicurezza
Amri, Germania non premia poliziotto che lo fermò Imbarazzo per post fascisti pubblicati su Facebook
Inneggia al fascismo. Questa la motivazione per cui, secondo il quotidiano tedesco Bild, il poliziotto siracusano che ha ucciso Anis Amri, il 24enne tunisino ritenuto l’autore della strage al mercatino di Natale a Berlino, non riceverà alcun riconoscimento dal governo guidato da Angela Merkel.
La questione riguarda i contenuti pubblicati dal giovane agente su Facebook. Tanti, infatti, sono stati i post in cui vengono rilanciate idee legate al Ventennio. Con tanto di difesa di Benito Mussolini, considerato vittima di tradimento, e ostilità nel confronti della liberazione dal nazi-fascismo. Apologia che avrebbe riguardato anche il collega del siracusano, e che in questi mesi avrebbe convinto il governo tedesco a evitare cerimonie ufficiali di ringraziamento, per evitare imbarazzi.
L’agente siciliano era intervenuto, la notte del 23 dicembre, nei pressi della stazione di Sesto San Giovanni, a Milano, insieme a un collega. Secondo la ricostruzione, Amri, che dopo l’attentato a bordo del camion scagliato contro le persone che affollavano gli stand di Charlottenburg, era arrivato in Italia passando dalla Francia, con l’intento di cercare protezione tra conoscenti e amici. I due poliziotti lo avrebbero fermato durante un controllo di routine, durante il quale il tunisino avrebbe reagito, dando vita a uno scontro a fuoco. Sparatoria nella quale il presunto terrorista è morto, mentre il collega dell’agente siciliano è rimasto ferito.
A poche ore dall’uccisione, il ministro degli Interni, Marco Minniti, aveva salutato con soddisfazione l’intervento dei due poliziotti. E per dare loro lustro erano stati diffusi i nomi di entrambi. Mossa presto criticata da più parti, per il rischio di ritorsioni da parte di altri possibili soggetti radicalizzati presenti sul territorio. Negli scorsi giorni, si è diffusa la notizia del trasferimento in altra sede per i due. Decisione che, appunto, sarebbe stata presa a scopo cautelativo.