Amministrative, in provincia di Palermo Il candidato leghista e quello «solitario»

C’è il candidato che ‘sfida’ se stesso e quello vicino alle posizioni della Lega, anche se corre per la poltrona di primo cittadino di un Comune del profondo Sud. Si scaldano i motori in provincia di Palermo in vista delle amministrative del 31 maggio e del primo giugno. Tredici i Comuni chiamati al voto, tutti per lo più di piccole dimensioni, ad eccezione di Carini e Villabate. E proprio nel comune commissariato dopo le dimissioni del sindacoFrancesco Cerrito, in seguito alle indagini su presunte irregolarità nel sorteggio degli scrutatori alle scorse Europee, nella corsa a quattro c’è spazio anche per Paolo Corrao per il Movimento Noi con Salvini. Il consigliere uscente che ha militato nelle fila di Grande Sud e, per appena un mese e mezzo, in Ncd approdato adesso alla ‘corte’ del leader della Lega, dovrà vedersela con Giuseppe Oliveri per il centrosinistra, Pietro Milazzo, ex vicesindaco appoggiato da Pdr, e Giuseppa Di Gaetano.

Un ‘leghista’ candidato a sindaco in un Paese del Sud? «Non c’è niente di strano – dice Corrao a Meridionews -. Matteo Salvini è oggi l’unico politico italiano degno di questo nome e io condivido tutte le sue battaglie a partire dalla lotta all’immigrazione clandestina. Oggi la gente è distante dalla politica, verso la quale nutre diffidenza e sfiducia. Io sono un outsider in grado di personificare l’insofferenza verso un sistema, l’alternativa ad una politica fatta di vecchi riti». A sostenerlo, oltre a ‘Noi con Salvini’, c’è anche la lista ‘Villabate libera’. «Dentro non ci sono politici della vecchia guardia, ma attivisti e persone comuni che credono nella possibilità di creare un paese pulito e più onesto».

La ‘passione’ per il leader della Lega è arrivata anche grazie a una battaglia contro un appalto da 10 milioni per l’illuminazione pubblica. Una gara contestata dal consigliere comunale con mozioni e interrogazioni. Ma inizialmente senza esito. «Mi sono rivolto alla Regione, alla Procura e alla Corte dei conti per denunciare un appalto che secondo me andava contro gli interessi dei miei concittadini. Non c’è stato nulla da fare». Almeno fino a quando Matteo Salvini non ha consigliato a Corrao, maresciallo dell’esercito, di rivolgersi all’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, che ha imposto all’Amministrazione comunale la «revoca in autotutela dell’appalto, nel frattempo portato avanti con tanto di contratto firmato. Il risultato? La condanna del Tar, a cui ha fatto ricorso la ditta aggiudicatrice della gara, al pagamento di 450mila euro a favore dell’azienda da parte del Comune e l’annullamento degli atti di gara. Uno spreco di denaro pubblico vergognoso».

Non il solo. Almeno secondo Corrao, che promette: «A partire dal 2016 farò risparmiare 200 euro alle famiglie di Villabate. Come? Tagliando gli sprechi, che, ad esempio, si registrano nel settore del ciclo dei rifiuti per il quale il Comune spende 4 milioni di euro l’anno. Portando la raccolta differenziata, oggi ferma all’1%, al 35% entro il 2016 e abbassando la bolletta della Tari. Se non dovessi riuscirci – conclude – mi dimetterò, senza aspettare il giudizio dei miei concittadini».

Chi, invece, non avrà rivali nella competizione è Domenico Giannopolo, candidato a sindaco di Caltavuturo. Dovrà, però, fare i conti con l’astensionismo. Corsa solitaria per lui dal momento che il suo ‘sfidante’, Giovanni Misuraca, consigliere comunale uscente, ci ha ripensato all’ultimo momento. Così alla scadenza del termine per la presentazione delle liste, all’ufficio elettorale del Comune, era stata depositata solo la lista “Unione democratica e popolare verso il futuro”. Quella, appunto, di Giannopolo. Per lui non sarebbe la prima volta da sindaco. L’ex deputato regionale in quota Pds e Ds, attuale vicesindaco del comune di poco più di 4mila abitanti del palermitano, ha già guidato l’amministrazione comunale. Adesso, però, lo spettro è quello dell’astensionismo. La legge elettorale, infatti, in casi come il suo stabilisce un soglia di affluenza e di preferenze non inferiore al 50%, pena il commissariamento.

La corsa in solitario è un caso che a Caltavuturo non si è mai verificato, ma Giannopolo non sembra affatto preoccupato. «La coalizione – spiega – mi ritenuto il candidato adatto per fare fronte alla situazione complessa in cui versano i Comuni, stretti tra il taglio ai trasferimenti regionali e statali e una crisi che mette in ginocchio i cittadini. Ma è una condizione che non mi spaventa. Sono abituato al confrontarmi con la gente, che, se coinvolta, è in grado di giudicare e capire. La mia sarà una candidatura aperta al dialogo».

Per affiancarlo in questa battaglia Giannopolo ha scelto giovani e donne. «Il 50% della lista che mi sostiene è rosa – spiega , formata da due anime, la sinistra e i moderati dell’ex area della Margherita, e costruita senza i diktat dei partiti, ma con il contributo della società civile e dell’associazionismo». 


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