Ventidue Comuni. Quasi la metà delle amministrazioni locali della provincia di Catania nel 2018 cambierà, politicamente parlando, pelle. In primavera inoltrata infatti si consumerà l’ultimo giro di boa di quello che, specie per gli addetti ai lavori, è un tour de force elettorale iniziato con le Amministrative di giugno – celebratesi allora in venti cittadine del Catanese – già passato per le Regionali vinte da Nello Musumeci e che, molto probabilmente il prossimo 4 marzo, culminerà nelle elezioni politiche. Dulcis in fundo, poi, Catania e altri importanti centri voteranno per nuovi sindaci e consiglieri comunali. Tante le variabili in ballo, a partire proprio dall’eventuale traino che i risultati delle tornate passate potranno avere su quelle che saranno. Qualcuno scommette intanto sull’effetto Musumeci che, in accoppiata con il possibile buon risultato del centrodestra alle Politiche, potrebbe dare una marcia in più alle squadre locali che, più o meno velatamente, faranno riferimento alla maggioranza di Palazzo dei Normanni.
Effetto invocato, appunto dalle parti del centrodestra, soprattutto su Catania città. Dove il sindaco Enzo Bianco può ancora contare sugli alleati Pd Luca Sammartino-Valeria Sudano, garanzia per avviare la partita per il quinto mandato con il conforto di una coalizione non troppo ristretta. E dove, invece, la vittoria del 5 novembre sembra avere tutt’altro che galvanizzato chi Bianco dovrebbe sfidarlo. Il nome che pare naturalmente chiamato a ricostruire il centrodestra a Catania, Salvo Pogliese, non dovrebbe sciogliere la riserva sulla candidatura per palazzo degli Elefanti prima di metà gennaio.
Così, nel timore di trovarsi spiazzati dal suo forfait – magari perché l’europarlamentare potrebbe voler tentare l’elezione al Parlamento – c’è già chi si guarda intorno. Uno dei profili più solleticanti per la base, Enrico Trantino, pare che però abbia già messo le mani avanti. Anche lui, dovesse candidarsi a qualcosa, opterebbe per la battaglia delle Politiche. Magari da candidato alla Camera nel collegio uninominale che corrisponderà al territorio comunale di Catania, in una sfida tra i vari frontmen – per forza di cose unitari per coalizione, data la cornice del Rosatellum bis, la nuova legge elettorale – che, cadendo a marzo, saprà di antipasto proprio delle Amministrative.
Per ora, dunque, l’effetto Musumeci non tira la volata di nessuno. Sul territorio alcune forze sono però molto più avanti, e sul traino ci puntano davvero. Fra riposizionamenti di sindaci, riassestamenti nelle maggioranze, ritorni in campo e possibili esordi. Ad Adrano, il Comune più popoloso al voto dopo Catania, spera nel vento favorevole il duo dell’ex sindaco Fabio Mancuso e del neoeletto deputato regionale dell’Udc Giovanni Bulla. Con un loro candidato vorrebbero riprendersi il municipio occupato sinora da Pippo Ferrante, firrarelliano al secondo mandato e non ricandidabile. Le incognite, per i redivivi democristiani, vengono dall’area dei grillini e soprattutto dai sammartiniani di Adrano 2.0.
Analoghi match senza sindaci in cerca di riconferma si giocheranno a Biancavilla e Gravina di Catania: i sindaci Pippo Glorioso e Mimmo Rapisarda sono altresì al secondo mandato. Il primo guarderebbe con interesse ai movimenti in chiave Politiche nel Pd, con l’idea di un posto nella quota proporzionale; per la successione al secondo circola, invece, anche il nome del consigliere Massimiliano Giammusso, legato a Pogliese e Forza Italia.
A Belpasso, altro Comune fra i più popolosi, il sindaco Carlo Caputo ha sparigliato il campo annunciando di non volersi ricandidare. Forse per tentare anche lui l’avventura romana: le voci lo danno in quota centrodestra, anche se in realtà gli spazi sono molto risicati. Un’altra ipotesi, allora, sembra acquisire credito: che Caputo tenti la corsa alla presidenza della provincia etnea, se e quando il governatore Nello Musumeci avrà del tutto ripristinato – come ha promesso – l’istituzione sovracomunale e le elezioni dirette.
Partite interessanti, stavolta in ottica centrosinistra, si terranno in centri come Trecastagni, dove c’è Giovanni Barbagallo, sindaco Pd ex deputato regionale ed ex europarlamentare quasi certo della ricandidatura; Randazzo, dove valuta se riprovarci Michele Mangione, senza maggioranza da anni, vicino all’ala dem Villari-Raia; Aci Sant’Antonio, con il riproporsi del primo cittadino di area dem Santo Caruso; Santa Venerina e Viagrande. In questi ultimi Comuni il deputato regionale Pd Anthony Barbagallo potrebbe spingere per la riconferma dei sindaci Salvo Greco e Francesco Leonardi. E sempre da fedelissimo di Barbagallo, con il sostegno della Cgil e l’ostilità di Sammartino, si ricandiderà anche il sindaco di Piedimonte Etneo, Ignazio Puglisi. Un avversario difficile, infine, pare pronto a frapporsi fra il primo cittadino di Maletto, Salvatore Barbagiovanni (estrazione Pd-Cgil), e un secondo mandato: l’ex sindaco Pippo De Luca, di Forza Italia area Marco Falcone.
Elezioni che intrigheranno sia il centrodestra che l’anima sammartiniana del Pd si terranno a Mascalucia e San Gregorio: i sindaci Giovanni Leonardi e Carmelo Corsaro dovrebbero cercare il secondo mandato con il supporto di Articolo 4, Forza Italia e persino di Noi con Salvini. Enzo Caragliano, primo cittadino di Riposto con simpatie che spaziano dal centrodestra a Crocetta e Sammartino, potrebbe dover sfidare non solo un possibile candidato di FI e Fratelli d’Italia ma anche il ritorno in campo dell’ottuagenario ras locale ex Pci, già sindaco e consigliere per svariati mandati, Carmelo D’Urso.
Si voterà, infine, anche a Camporotondo – il primo cittadino lombardiano Filippo Privitera, rinfrancato dal secondo posto nella lista dei Popolari e autonomisti alle Regionali, si cimenterà di nuovo nelle Comunali – San Pietro Clarenza e Valverde, dove un nuovo giro è possibile sia per Giuseppe Bandieramonte che per il professore Rosario D’Agata, sindaci d’estrazione civica. Nel Calatino saranno tre i Comuni alle urne: Castel di Iudica, San Cono e Mineo, con osservata speciale la sindaca Anna Aloisi, fedelissima del sottosegretario Giuseppe Castiglione, a processo per l’affaire del Cara. Il più piccolo Comune al voto? Il centro etneo di Sant’Alfio, poco più di mille abitanti, guidato dal primo cittadino Pippo Nicotra. Anche lui, vicino a Sammartino, dovrebbe tentare il bis.
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