Amia e rifiuti a Palermo: intervenga il Prefetto

L’Amia, l’Azienda di Palermo che dovrebbe occuparsi e preoccuparsi della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti è amministrata da tre Commissari imposti dal Governo nazionale di Mario Monti. Per la precisione, sono stati nominati dal Ministro dell’Economia, Corrado Passera. Ognuno di loro, stando a quanto dichiarato ieri dagli stessi Commissari, costa alla collettività 171 mila euro. A conti fatti, i tre Commissario costano oltre 500 mila euro all’anno. In pratica, un miliardo di vecchie lire.

In aziende normali sarebbero stati privati dell’incarico già da tempo. Sotto la loro gestione il passivo accumulato dall’amia è gigantesco. Ma ancora di più il passivo di decoro e dignità. La città è ogni giorno offesa da un disservizio a cui non si riesce a mettere limite.

Non ci riescono gli strapagati Commissari, nulla può il Sindaco che ancora non ha il controllo della società, pur essendo, in quanto rappresentante della città, il suo solo cliente.

Non ci riesce il Prefetto, l’unico di queste figure che davvero può ricondurre a ragione delle maestranze che interrompono un servizio pubblico essenziale.

Eppure la legge parla chiaro: “Nell’ambito della protezione civile, il Prefetto sovrintende al coordinamento degli interventi di immediato soccorso per fronteggiare le situazioni di emergenza. Tra le funzioni ricomprese nell’area dell’amministrazione generale vi sono le attività relative alla mediazione nelle vertenze di lavoro ed alla garanzia dei servizi pubblici essenziali”.

Il Prefetto non indugi ancora. La città è allo stremo, i turisti in fuga, l’economia in ginocchio. Ricorrono tutte le condizioni, dunque agisca.

I parlamentari eletti a Palermo battano un colpo. Si rivolgano con urgenza al Ministro Passera e chiedano la rimozione dei Commissari.

La mafia non sarà davvero sconfitta fino a quando questa città affogherà nella sua sporcizia.

 

 


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