Amat, petizione pro-Caminiti A firmarla 500 dipendenti

Sono circa 500 i dipendenti dell’Amat che hanno firmato una petizione rivolta al Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, per invitarlo a mantenere nel ruolo di direttore generale Domenico Caminiti. 

L’Amat è la società – controllata dal Comune del capoluogo dell’Isola – che si occupa del trasporto passeggeri, ma anche di grandi appalti: come quello del Tram in corso di realizzazione, che è alla base dei guai di Caminiti. 

Proprio sulla gestione dei lavori del Tram a Palermo – lavori che, detto per inciso, stanno creando enormi disagi ai cittadini – di recente è intervenuta l’Autorità nazionale anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone. 

La realizzazione di queste linee di Tram – realizzazione gestita proprio dall’Amat – oltre al caos che sta creando in città, presenta molte ombre e poche luci. L’opera ha un costo di 300 milioni di euro finanziati con il Fondo europeo regionale di sviluppo (Fers, cioè fondi europei). Nella sua relazione, Cantone ha evidenziato una serie di anomalie: un contratto che non sembra definito bene, consulenze piuttosto costose, assenza del progetto esecutivo (con la conseguenza che i lavori sono stati avviati senza una valutazione iniziale dei costi), ritardi, variazioni non autorizzate, errori con un danno valutato intorno a 8 milioni di euro: danni, questi ultimi, che non contestati ai responsabili.

Davanti a questi rilievi il direttore Domenico Caminiti si è autosospeso. Ma adesso i dipendenti chiedono al Sindaco che il direttore continui a esercitare il proprio ruolo in attesa che si insedi il nuovo direttore. Il timore dei dipendenti è che l’Azienda trasporti del Comune, senza guida, possa creare problemi agli stessi lavoratori. 

In effetti, le cose, all’Amat di Palermo non vanno affatto bene. Ci sono circa 90 linee urbane che coprono quasi l’intera città. Ma una buona parte di queste linee, soprattutto quelle periferiche, non registra alcun biglietto obliterato nell’intero arco della giornata. «A questo punto, i casi sono due – ci dice il consigliere comunale di Forza Italia, Angelo Figuccia -: o sugli autobus di Palermo nessuno paga il biglietto, oppure i mezzi viaggiano vuoti». 

«Il servizio – aggiunge Figuccia – andrebbe riorganizzato, eliminando linee doppie e rivedendo i cosiddetti nodi, i punti di contatto tra le varie linee, che fanno registrare attese lunghissime ai passeggeri e, nello stesso tempo, provocano una bella quantità di inquinamento atmosferico, con l’innalzamento delle polveri sottili, pericolosissime per la salute pubblica».

La filosofia del chilometro non paga più. Ormai sono lontani gli anni in cui la Regione siciliana elargiva contributi economici in base ai chilometri percorsi dagli autobus nel corso nell’anno. Oggi la Regione è senza soldi. E il servizio va ripensato, anche alla luce del Tram che dovrebbe iniziare a operare il prossimo anno (appalti & ritardi permettendo). 

Sull’Amat e, in generale, sulle società comunali – e quindi anche Amg (gas) e Amap (acqua) – interviene pure il consigliere comunale di Italia dei Valori, Filippo Occhipinti. «La nota degli uffici giunta in Consiglio comunale – sottolinea Occhipinti – dice a chiare lettere che i budget 2014 di Amat, Amg e Amap non sono in linea con i contratti di servizio. Una situazione gravissima, che potrebbe rendere il bilancio che stiamo trattando praticamente falsato nel suo insieme e quindi non approvabile». Il consigliere comunale di Italia dei Valori fa riferimento al Bilancio del Comune di Palermo che il Consiglio sta esaminando in questi giorni.  

«Più volte ho denunciato la spregiudicatezza di questa Amministrazione e della Ragioneria – dice sempre Occhipinti -. Adesso pretendiamo spiegazioni: da tempo chiediamo i budget, che però non sono mai arrivati in Consiglio. Il rischio è che un giorno la Corte dei Conti chieda i danni all’Amministrazione, alla Giunta e ai consiglieri che votano certi atti. Ci resta anche un dubbio su quanto accaduto per Rap nel 2013, quando abbiamo dato all’azienda 11 milioni in più di quelli previsti dal vecchio contratto di servizio con Amia». 


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