I lavoratori manifestano contro l'orario di lavoro che toglie personale dai bus e chiedono di ridiscutere i termini del contratto sottoscritto l'anno scorso dalle altre organizzazioni. Il coordinatore Carlo Cataldi: «Non siamo mai stati d'accordo con questa turnazione». E sull'avviso: «Inopportuno in periodo elettorale»
Amat, i Cobas spiegano i motivi della protesta «Mancano le vetture. Bando autisti? Nato male»
«Non siamo mai stati d’accordo con la nuova turnazione scattata a gennaio 2016. Da quest’anno, poi, sono state tolte vetture dalle corse delle linee Amat, per questo abbiamo proclamato lo stato di agitazione». Così Carlo Cataldi, coordinatore regionale dei Cobas Lavoro Privato settore Trasporti-Tpl, spiega l’iniziativa di protesta che è stata annunciata oggi dal sindacato. Entro dieci giorni la vertenza si sposterà in Prefettura per tentare una conciliazione. Altrimenti, annunciano Cobas, «siamo pronti allo sciopero». Sullo sfondo aleggia lo spettro del bando pubblicato dall’ex municipalizzata per la costituzione di un elenco di candidati per l’affidamento di eventuali incarichi di lavoro per autisti. «Non ci metteremo mai di traverso a nuove assunzioni – dichiara Cataldi, che però puntualizza: «Questo concorso è nato male, per modi e tempi. Fatto a ridosso delle elezioni, parte dal presupposto che mancano autisti in azienda, ma non è così».
Per il sindacalista i problemi della carenza di personale non sono da ricercare nella mancanza di risorse umane, quanto nell’organizzazione delle stesse: «Dal primo gennaio 2016 – spiega Cataldi – è cambiato l’orario di lavoro degli autisti. Fino ad allora lavoravamo distribuiti su cinque turni, fornendo un servizio che durava dalle 4 di mattina fino a mezzanotte. Adesso lavoriamo su due turni, è stato aumentato l’orario di lavoro a otto ore – otto ore e trenta. A volte la domenica anche nove ore. Queste ore in più non sono retribuite come orario straordinario, vengono date a recupero, cioè si riposa di più. Se prima si riposava 52 giorni, ora si riposa anche 108-110 giorni. Questo comporta, ogni giorno, una carenza di servizio perché rimangono inoperose circa 180 persone su 680 autisti circa».
Da questo stato di cose nasce la protesta dei Cobas: «Non siamo mai stati d’accordo con questa turnazione, non abbiamo firmato questo accordo. Crediamo che questo tipo di servizio non sia adeguato a una città come Palermo. Alle 21 di sera, di fatto non c’è più servizio. Con l’avvento della Ztl sarebbe servito un potenziamento di quest’ultimo. Dal 1 gennaio invece c’è stato un taglio delle corse. La linea 101, per citare la più popolare, dovrebbe essere servita da venti vetture, oggi ne escono soltanto 16. Una vettura fa mediamente al giorno otto turni: si tratta di 32 corse in meno. Non non lo accettiamo – dice Cataldi – abbiamo chiesto di rivedere i termini contrattuali».
Contratto e bando, due nodi che si intrecciano e che nella protesta dei Cobas assumono una dimensione unica: «Se ogni giorno riposano 180 persone – spiega Cataldi – vuol dire che c’è qualcosa che non va nella turnazione. Il presidente deve capire che questa organizzazione non è possibile. Non serve nuovo personale, servono le vetture. Il problema nasce dall’officina, dalla mancanza di acquisto di pezzi di ricambio, dai servizi dati all’esterno, ci sono autisti dislocati in altri settori dell’azienda. Occorre -chiosa Cataldi – una nuova organizzazione industriale».