Appare in salita la soluzione della vertenza che vede in bilico tremila posti. Dopo un stop di quasi un mese, riparte tavolo del Mise. Un dialogo difficile mentre il 5 giugno si avvicina pericolosamente
Almaviva, prosegue la vertenza al Mise Confronto in stallo, azienda chiede riforme
Prosecuzione delle procedure di mobilità e no ad ammortizzatori in assenza di interventi strutturali di sistema. Preso atto del rifiuto massiccio dei lavoratori alla bozza di accordo per una proroga di sei mesi dei contratti di solidarietà, Almaviva, secondo fonti sindacali, avrebbe ribadito – durante il tavolo ancora in corso da oggi pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico, a Roma – l’intenzione di procedere con i 2988 licenziamenti su scala nazionale annunciati a fine marzo. Questo in assenza di interventi concreti nel settore da parte del Governo. Presenti all’incontro il vice ministro Teresa Bellanova, i verti di Almaviva Contact e, per la Sicilia, il vice presidente della Regione e assessore regionale alle Attività produttive Mariella Lo Bello e l’assessore comunale alle Attività produttive Giovanna Marano. Presente anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Nel corso dell’incontro l’azienda, partendo proprio dalla proposta di accordo bocciata dal 95 per cento dai dipendenti, e dalle gravi perdite economiche che il gruppo accusa ogni mese (1,5 milioni di euro) avrebbe riproposto la ristrutturazione avviata con la prosecuzione delle procedure di mobilità per circa 3 mila lavoratori: 1670 a Palermo, 918 a Roma e 400 a Napoli. Il Governo, dopo aver lanciato un appello per la costruzione ragionevole di un percorso per la salvaguardia dei livelli occupazionali, avrebbe fatto presente che gli ammortizzatori a disposizione dei lavoratori includerebbero sei mesi di cds di tipo B previsti dalle norme e altri 12 mesi di cassa integrazione in deroga. Poi con fondo residuale istituito da legge Fornero, altri 18 mesi di ammortizzatori sociali con stesse caratteristiche della cassa integrazione.
Una soluzione per salvare i dipendenti, ma anche per dare tempo al Governo di regolare il settore – come richiesto da tempo da parti sociali e azienda nell’altro tavolo di settore al Mise – ma occorre fare presto dato che dal 5 giugno potrebbero partire i primi licenziamenti. Per l’azienda, tuttavia, il ricorso ad ammortizzatori sociali non sarebbe risolutivo in assenza di interventi strutturali da parte dell’Esecutivo. I dirigenti di Almaviva avrebbero quindi ribadito che l’utilizzo di tali strumenti di medio e lungo periodo verrebbero accettati solo se si pervenisse a soluzioni di sistema tali da consentire all’azienda di tornare in equilibrio.
Da parte loro i sindacati premono per una soluzione che salvaguardi tutti i posti di lavoro senza intaccare i salari, ribadendo la necessità di una concreta applicazione del 24 bis e di ammortizzatori sociali di lungo periodo insieme a un monitoraggio degli impegni messi in campo dal Governo. Preso atto della cristallizzazione delle posizioni, i lavori al momento sono stati sospesi. Intanto, anche oggi sono proseguiti gli scioperi promossi nelle tre città interessate dai tagli: nel capoluogo siciliano, un presidio in protesta si è tenuto davanti la Prefettura.