Nel tavolo romano tra l'azienda e il coordinamento nazionale delle Rsu è stato raggiunto l'accordo per il gruppo che mette in sicurezza i dipendenti in maniera retroattiva da dicembre e per i primi cinque mesi del 2016. Un'intesa che soddisfa solo in parte lavoratori e parti sociali che da gennaio «promettono battaglia»
Almaviva, ok a solidarietà ma fino a maggio Sindacati: «Una pezza, ora parte confronto»
Pericolo rientrato per i lavoratori del gruppo Almaviva che possono tirare un sospiro di sollievo. Almeno fino a maggio 2016. Nel serrato tavolo romano di stamane tra l’azienda e il coordinamento nazionale delle Rsu, infatti, è stato raggiunto l’accordo di solidarietà per l’intero gruppo che mette in sicurezza i dipendenti in maniera retroattiva da dicembre e per i primi cinque mesi del prossimo anno. Si tratta di 3400 persone che operano nella principale sede della società di call center, a Palermo, rimaste senza ammortizzatori sociali a partire dal primo dicembre e da settimane in stato di agitazione. Una sorta di intervento tampone, quasi una pezza a giudizio dei sindacati, per correre a ripari in seguito alla modifica dell’inquadramento dal settore Industria a quello dei Servizi, decisa dall’Inps.
La società, dunque, ha accettato di mantenere l’accordo in essere, cambiando l’ammortizzatore relativo al nuovo settore: si tratterebbe di un contratto di solidarietà di tipo b, che prevede un trattamento di integrazione del 50 per cento (invece del 70 per cento) da febbraio. Per i mesi di dicembre e gennaio non cambierà nulla, e verranno coperti gli stipendi e la tredicesima. Sarà valutata la possibilità riguardo l’adesione alla solidarietà massima, con la garanzia di poterla revocare, in attesa di conoscere l’esito di alcune gare come Enel e Tim (a gennaio) e Inps. Intanto i sindacati incassano il risultato ma promettono comunque battaglia, a partire dal mese di gennaio.
«Intanto oggi abbiamo messo una pezza a quello che poteva provocare un emorragia di posti di lavoro – ha detto a MeridioNews il coordinatore generale della Slc Cgil Sicilia, Davide Foti – ma la vera lotta comincia ora. Da gennaio apriremo una vertenza Almaviva nazionale a Roma, chiedendo regole certe per gli ammortizzatori destinati ai lavoratori call center che non possono più essere in deroga ma ordinari. E, infine, l’applicazione dell’articolo 24 bis che regolava le delocalizzazioni. Quanto successo è paradossale – ha aggiunto – ci stavamo ritrovando con migliaia di esuberi a causa del ministero».
E mentre a Roma si consumava il braccio di ferro per il recupero degli ammortizzatori sociali, stamane l’assessore regionale alle Attività produttive, Mariella Lo Bello, ha fatto sapere che intende incontrare martedì prossimo i sindacati per «riportare la vertenza all’attenzione della Regione che in questi giorni è stata considerata assente. Ci sono margini ristretti per una trattativa ma dobbiamo capire se c’è la possibilità di riportare le commesse in questa regione». Le parole dell’assessore arrivano quando ormai la vicenda di Almaviva si trascina da settimane, dopo che più volte lavoratori e sindacati hanno puntato il dito contro il silenzio di Palazzo d’Orleans. «Per quel che riguarda il call center in Sicilia – ha sottolineato Foti – abbiamo sempre chiesto un incontro ma senza mai ricevere risposta. Se l’assessore si svegliasse prima di Natale – ha concluso – per noi sarebbe come regalo sotto l’albero».