Almaviva, Luigi Di Maio diserta il tavolo al ministero Rosso: «Non possono pagare sempre i lavoratori»

Per Almaviva il primo incontro al Mise si conclude con un nulla di fatto. «Ancora una volta registriamo un nulla di fatto. Di Maio anche questa volta non ha partecipato al tavolo e non è stata individuata una soluzione per scongiurare a fine settembre le procedure di licenziamento per 1.600 persone». Sono le parole di Maurizio Rosso, segretario generale della Slc Cgil Palermo, a conclusione del tavolo di oggi pomeriggio a Roma per affrontare la questione dei dipendenti palermitani del call center, ormai a un passo dal perdere il lavoro.

Al ministero, insieme a Rosso, era presente una delegazione di lavoratori Almaviva, che ha invitato i dirigenti del ministero a chiedere formalmente al ministro dello Sviluppo economico, il vicepremier Luigi Di Maio, di bloccare i licenziamenti, per fermare «questa gara al massacro». «Licenziare – continua il segretario – è da irresponsabili, non possono essere sempre i lavoratori a pagare. Ognuno si faccia carico delle proprie responsabilità». 

«Al tavolo – aggiunge Rosso – i rappresentanti del Mise hanno chiesto all’azienda di rimandare le procedure di licenziamento e di proseguire con gli ammortizzatori sociali. Ma Almaviva sostiene che non è più possibile continuare con gli ammortizzatori. Questo governo non riesce a capire qual è il vero problema del Mezzogiorno. Serve un impegno concreto per creare occupazione non le mance degli ammortizzatori sociali. Questo settore deve poter vivere e trasformarsi con una politica industriale e con riforme strutturali di cui al tavolo non abbiamo vista traccia. Stop alle delocalizzazioni all’estero, certezza dei contratti, rispetto delle tariffe contrattuali e un fondo strutturale per il settore: questi sono le cose che abbiamo ribadito anche stasera». 

«Il governo – prosegue Rosso – deve farsi carico di queste azioni ed evitare che a Palermo si spenga un’azienda che dà lavoro a migliaia di persone. Siamo preoccupati, i lavoratori sono arrivati a un livello enorme di esasperazione. E il governo, davanti a un dramma di queste dimensioni, è assente, le risposte che attendevamo non sono arrivate». 

«Da anni questo settore è in crisi e ha bisogno investimenti, non avrebbe senso continuare con gli ammortizzatori sociali – conclude Maurizio Rosso – Le multinazionali hanno pagato le licenze in Italia il triplo che nel resto d’Europa, sei miliardi e mezzo. Dai soldi che lo Stato ha incassato si ricavi un fondo di 100 milioni per riqualificare i lavoratori e costruire una politica industriale che possa essere foriera di lavoro e di occupazione e che rilanci il settore».


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