Tre prelievi multiorgano sono stati eseguiti nelle ultime due settimane all’ospedale Umberto I di Siracusa. Le operazioni sono state eseguite, quindi, in momenti diversi, su altrettanti pazienti che erano ricoverati nel reparto di Anestesia e Rianimazione, diretto da Francesco Oliveri. I pazienti infatti erano deceduti tutti per emorragia cerebrale spontanea. In tutti e tre i casi […]
All’ospedale di Siracusa eseguiti tre prelievi multiorgano
Tre prelievi multiorgano sono stati eseguiti nelle ultime due settimane all’ospedale Umberto I di Siracusa. Le operazioni sono state eseguite, quindi, in momenti diversi, su altrettanti pazienti che erano ricoverati nel reparto di Anestesia e Rianimazione, diretto da Francesco Oliveri. I pazienti infatti erano deceduti tutti per emorragia cerebrale spontanea. In tutti e tre i casi sono stati prelevati fegato, reni e cornee dall’equipe dell’Ismett di Palermo e dall’equipe di Oftalmologia dell’ospedale aretuseo. L’intervento, condotto in sinergia con le varie unità operative, dal personale medico e infermieristico del reparto di Rianimazione e della sala operatoria è andato bene.
Le donazioni sono state possibili grazie alla enorme generosità dei familiari dei pazienti. «A tutte le unità operative che hanno partecipato ai prelievi. Ai medici e agli infermieri della Rianimazione e della sala operatoria – dice Graziella Basso – va il nostro ringraziamento per l’elevata professionalità dimostrata. Ma anche per lo spirito di collaborazione che caratterizza tutte le fasi del percorso, dalla donazione al trapianto. Si tratta di due atti di profonda umanità e civiltà».
«Dall’inizio di quest’anno, l’ospedale ha già effettuato sette prelievi multiorgano – prosegue Basso-. A conferma della grande sensibilità dei siracusani sul tema della donazione degli organi, che registra in questa provincia una bassa percentuale di opposizioni». «Tale risultato – spiega Francesco Oliveri – è stato raggiunto per merito di un importante lavoro di squadra. Ma ciò è stato possibile anche grazie alla qualità delle cure che sono prestate nella nostra Rianimazione, pure quando non conducono alla sopravvivenza del paziente».