Alloggi Ersu: protestano gli studenti

Iniziata alle 11 di questa mattina davanti alla sede dell’Opera Universitaria in via Etnea 574, la protesta degli studenti universitari è andata ben oltre oltre il sit-in: le sedi degli alloggi (Hotel Costa e Casa dello Studente Centro di via Oberdan) sono infatti adesso autogestite dagli studenti. Come ci spiega una ragazza «la protesta ha come scopo quello di “alzare la voce” per farsi sentire una buona volta dagli organismi regionali e universitari». Tanti i problemi che affliggono la popolazione studentesca residente nelle abitazioni messe e disposizione dall’ERSU. Andiamo a vedere in dettaglio il perché della protesta.

I ragazzi tengono subito a precisare che le case, a differenza di quanto scritto sul quotidiano ‘La Sicilia’, non sono state occupate ma autogestite. E’ ancora garantito il servizio mensa, il bar è aperto e anche l’aula studio. Non ci sono però vigilantes, dipendenti della residenza, part-time, e servizio pulizie. Ma i ragazzi hanno organizzato dei turni per la sicurezza e la gestione delle strutture.

«L’autogestione non è affatto una protesta per proteggere gli abusivi, – ci dice Oriana –  ma è più che altro una protesta contro il sistema online adottato quest’anno per l’attribuzione degli alloggi, sistema che ha presentato errori vistosi nell’assegnazione delle camere». Tramite la maschera online potevano essere scelte residenza e stanza, ma il sistema non prevedeva la diversa dimensione delle camere, non distingueva quelle per disabili, non prevedeva che una camera con bagno in comune potesse essere assegnata solo a studenti dello stesso sesso.

Il sistema potrebbe essere un modo intelligente di evitare “file e trafile” burocratiche da un ufficio all’altro, ma dovrebbe prevedere la visualizzazione delle piantine, la posizione delle stanze, i metri quadri, l’ubicazione dei bagni. Tutto ciò che permetta allo studente di operare una buona scelta e non un sorteggio al buio.

I “riassegnatari” (coloro che l’anno scorso erano assegnatari e sono stati riconfermati) erano per default già inseriti nella stessa stanza, ma se volevano cambiare dovevano prenotarsi nuovamente, perdendo ogni tipo di precedenza rispetto ai nuovi assegnatari.

Il sistema online, nelle intenzioni dell’ERSU, doveva garantire la trasparenza dei servizi, contro il fenomeno dell’abusivismo. «L’abusivismo esiste da tanti anni – ci spiega Oriana – e consiste nel fatto che un assegnatario “ceda” in via del tutto illegale e abusiva il proprio alloggio ad un amico che di fatto prende il suo posto.» Il fenomeno potrebbe essere evitato semplicemente tramite “controllori” che a campione e senza preavviso verifichino che le stanze siano occupate effettivamente da studenti assegnatari.

Aldilà di questioni di precedenza, il problema fondamentale è che un sistema nuovo come quello adottato, non poteva essere testato nel corso delle prenotazioni. Questa, a dire degli studenti “insorti” è l’ennesima prova che l’ERSU non si preoccupa di conoscere le opinini e le proposte degli studenti.

Effettivamente il problema degli alloggi comprende una vasta gamma di “sotto-problemi”: ci si lamenta soprattutto della mancanza di acqua calda, del fatto che non esista un’aula ricreativa o un’aula TV, che i corridoi e le stanze non vengono tinteggiate da anni. Manca insomma la manutenzione  ordinaria che porta alla decadenza tutta la struttura.


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