«Vogliamo dare voce a tutte le mamme offese, discriminate, cacciate da locali, negozi o luoghi pubblici in Italia perché intente ad allattare il proprio bambino in contemporanea nazionale. Chiediamo un intervento immediato da parte del governo!», scrivono gli organizzatori sulla pagina Facebook che promuove l'evento
Allattamento al seno, flash mob a piazza Pretoria «È un diritto, non può essere considerato osceno»
«Allattare è un diritto, non è una forma di esibizionismo, non può essere considerato osceno». Sabato pomeriggio, a partire dalle 17 si terrà un flash mob per focalizzare l’attenzione sull’allattamento al seno da parte di tutte le mamme. «Vogliamo dare voce a tutte le mamme offese, discriminate, cacciate da locali, negozi o luoghi pubblici in Italia perché intente ad allattare il proprio bambino in contemporanea nazionale. Chiediamo un intervento immediato da parte del governo!», scrivono sulla pagina Facebook che promuove l’evento gli organizzatori. In seguito ai recenti fatti di cronaca e al flash mob organizzato nella città di Biella, numerosissime mamme italiane hanno incominciato a mobilitarsi per sensibilizzare sull’importanza dell’allattamento materno all’interno dei luoghi pubblici. «Le mamme offese, discriminate, cacciate da locali, negozi o luoghi pubblici in Italia perché intente ad allattare il proprio bambino sono in aumento costante e la storia di Francesca Castelli, mamma di Biella, si aggiunge alle molte già denunciate». La donna è stata allontanata da un ufficio postale perchè stava allattando il figlio di tre mesi.
Eppure il modo più naturale per un bambino di ricevere nutrizione è attraverso l’allattamento materno. Secondo gli organizzatori quindi chi sceglie questa prassi naturale, come raccomandato anche dall’OMS, deve poterlo fare ovunque. Il Ministero della Salute, inoltre, in un opuscolo dedicato all’argomento, sostiene che le madri dovrebbero poter allattare ovunque. Ed è così che questo “no” all’allattamento materno ha creato solidarietà e fatto attivare le mamme di tutta Italia in difesa di un diritto «che di osceno non ha nulla con la decisa richiesta di una risposta unitaria da parte delle istituzioni. In un paese a crescita demografica zero, aumentare le discriminazioni significa condannarsi alla sterilità, prima di tutto culturale».