In un clima di nuove (e vecchie) agitazioni per la maggioranza, il governatore ha tenuto un vertice con i cinque direttori generali per discutere dell'organizzazione della Fiera del Cavallo della prossima primavera. Intanto si continua a parlare di rimpasto
Alla Regione siciliana torna la febbre da cavalli Musumeci convoca la prima riunione per Ambelia
Dai Beni Culturali all’Agricoltura, dalle Attività Produttive al Turismo, passando per la Protezione Civile. Il governatore Nello Musumeci non vuole mancare l’obiettivo e ripetere gli errori della prima edizione della Fiera Mediterranea del cavallo di Ambelia. Sono già partite le riunioni in vista del grande evento organizzato dalla Regione siciliana e che tanto sta a cuore al primo inquilino di palazzo d’Orleans, che ha convocato i cinque dirigenti generali per cominciare a pianificare la kermesse che avrà luogo la prossima primavera. Probabilmente non in coincidenza con la festa dell’Autonomia siciliana (il 15 maggio), come annunciato a conclusione della scorsa edizione, considerato che le Amministrative nei 66 Comuni dell’Isola prossimi al voto si terranno dieci giorni dopo, il 24 maggio 2020.
In ogni caso la macchina organizzativa, tra non pochi malumori, è partita giovedì sera, nel corso di una prima riunione nella quale è stato stabilito, da quanto filtra, che il coordinatore organizzativo della seconda edizione della Fiera del cavallo sarà Carmelo Frittitta, attualmente dirigente generale alle Attività Produttive, ormai in scadenza il prossimo 14 febbraio. Per il resto si è discusso della kermesse soltanto a grandi linee e la riunione è in effetti durata meno del previsto a causa di qualche linea di febbre per il governatore.
Certo, qualche mal di pancia, il vertice lo ha provocato, in un momento di grande incertezza per la coalizione di governo, in attesa del rimpasto, con le nomine dei nuovi dirigenti ormai alle porte e con l’Ars in piena sessione di bilancio che attende ancora di ricevere i documenti contabili dall’assessorato all’Economia (erano stati annunciati dall’assessore Armao per il 3 febbraio). Anche perché nelle ultime settimane le assenze per impegni istituzionali di Musumeci non sono passate inosservate tra i deputati della maggioranza, che forse si sarebbero aspettati un confronto col governatore, da qualche giorno rientrato dalla missione statunitense. Così la riunione per organizzare la Fiera di Ambelia a molti, tra i corridoi del Palazzo, è sembrata «quantomeno inopportuna».
Intanto, appunto, in seconda commissione all’Assemblea si attendono ancora i documenti relativi al bilancio e alla finanziaria, che verosimilmente potrebbero essere trasmessi la prossima settimana. Da quel momento inizierà il tour de force per l’esame degli atti contabili, che dovranno essere esitati entro la fine di aprile, con la campagna elettorale nei 66 Comuni ormai nel vivo. La strada, ancora una volta, è tutt’altro che in discesa e gli ingredienti per una sessione di bilancio particolarmente concitata ci sono tutti: dal pasticciaccio delle elezioni di secondo livello per le ex Province agli scontri interni alla coalizione per le alleanze alle Amministrative (soprattutto ad Agrigento), passando appunto per le nomine dei dirigenti generali (le richieste sono circa 600) e il doloroso rimpasto di giunta.
La Lega spinge per per avere due assessorati, di cui uno all’Agricoltura. Ma da quanto filtra potrebbe anche passare al piano B chiedendo la poltrona di Edy Bandiera insieme alla guida dell’Irfis. Ma il nodo più doloroso per Musumeci resta quello del gruppo dei Popolari e Autonomisti: cinque deputati e tre assessori (Scavone, Lagalla e Cordaro). Una sproporzione rispetto alla quale le altre forze di governo chiedono a Musumeci di colmare il gap. Ma il primo inquilino di Palazzo d’Orleans sarebbe piuttosto in imbarazzo, soprattutto nei confronti dei titolari all’Istruzione e al Territorio.