Alfano smentito dalla Ue: Frontex non sostituirà l’operazione Mare nostrum

LA COMMISSARIA MALMSTROEM E’ STATA CHIARISSIMA: L’UNIONE EUROPEA NON PAGHERA’ I CIRCA 500 MILIONI DI EURO ALL’ANNO FINO AD OGGI PAGATI DALL’ITALIA. ADESSO IL PROBLEMA E’ SERIO, PERCHE’ IL NOSTRO PAESE DOVRA’ PAGARE L’ASSISTENZA – CIRCA 400 MILIONI DI EURO ALL’ANNO – PER I PROSSIMI ANNI

E’ ufficiale: il Ministro degli Interni del nostro Paese, Angelino Alfano, sull’operazione Mare nostrum, ovvero sul ‘trasferimento’ dell’operazione Mare nostrum sul groppone dell’Unione europea, non ha detto la verità. Nei giorni scorsi, con la gran cassa di tv e giornali, Alfano ha cantato vittoria dicendo che il programma comunitario Frontex Plus sarebbe subentrato a Mare nostrum. Ma il commissario agli Affari Interni dell’Unione europea, Cecilia Malmstroem, ha smentito clamorosamente il Ministro italiano.

Non per volerci auto-incensare, ma il nostro giornale prima delle dichiarazioni trionfalistiche del Ministro Alfano ha scritto che l’Unione europea non si sarebbe mai caricata l’operazione Mare nostrum, perché troppo costosa. Quando il Ministro Alfano ha affermato che la Ue sarebbe subentrata a Mare nostrum con il programma Frontex Plus abbiamo espresso le nostre riserve. Che, adesso, vengono puntualmente confermate dai vertici dell’Unione europea.

Precisiamo che, in questa storia, non c’è nulla di morale: è solo una questione di soldi. Lo hanno sottolineato i vertici della Ue: Frontex Plus “non potrà sostituire Mare Nostrum” – leggiamo su Il Fatto quotidiano – perché avrà risorse ”più limitate” e non avrà la capacità dell’operazione avviata nell’ottobre 2013 dalle autorità italiane che ha già salvato 100 mila persone nel Mediterraneo”.

Queste parole sono state pronunciate dalla già citata commissaria agli Affari Interni, Cecilia Malmstroem. Affermazioni che la commissaria ha rilasciato in una sede autorevole: il Parlamento europeo. Dove ha risposto alle domande degli eurodeputati della Commissione parlamentare per le Libertà civili.

La cosa, come dire?, ‘simpatica’ è che la signora Cecilia Malmstroem ha ringraziato l’Italia (e soprattutto gli italiani che hanno pagato e continuano a pagare l’operazione Mare nostrum con le tasse!) per “il fantastico lavoro svolto”. Ma di ‘cacciare’ i soldi per assistere gli immigrati l’Europa dell’euro, delle banche e della finanza speculativa non ne vuole nemmeno sentir parlare.

Della serie: non è stata l’Unione europea a inventare Mare nostrum: siete state voi italiani. E siccome questo scherzetto – tra navi militari che arrivano fin sotto le coste libiche per caricare immigrati, centri di accoglienza e, soprattutto, centri di accoglienza per minori non accompagnati – costa circa 500 milioni di euro all’anno, Bruxelles non ha alcuna intenzione di approntare, ogni anno, questa cifra.

La Ue, al massimo, tirerà fuori non più di 100 milioni di euro all’anno. Quanto basta per mantenere tutto l’ambaradan in mare. Il resto dei costi – cioè altri 400 milioni di euro circa per pagare i centri di accoglienza (che ormai sono centinaia e centinaia aperti in tutto il territorio nazionale) – non saranno a carico dell’Unione europea.

Per l’Italia – e come vedremo per la Sicilia – il problema è serio. Il Ministro Alfano e i titolari dei centri di assistenza (soprattutto i centri di assistenza per minori non accompagnati, che sono i più costosi e gestiti quasi tutti da cooperative private) pensavano di aver risolto tutto caricandolo sul conto dell’Unione europea.

Ma le cose non andranno così. Adesso bisognerà capire chi pagherà per i prossimi anni. Infatti, i centri di accoglienza non potranno essere chiusi alla fine dell’anno. Non si possono abbandonare migliaia e migliaia di persone – soprattutto minori – perché l’Unione europea delle banche non vuole ‘cacciare’ i soldi per mantenerli.

Va detto che, per quest’anno, anche se nel silenzio generale, stanno pagando i Comuni. O meglio, i cittadini che pagano le tasse e le imposte comunali. Come ha spiegato nei giorni scorsi al nostro giornale il vice presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, una parte di questi 500 milioni di euro – quasi 300 milioni di euro – li stanno pagando i Comuni italiani con una parte dell’Imu sulla prima e sulla seconda casa (per chi lo no sa, la Tasi non è altro che il ‘ritorno’ dell’Imu sulla prima casa).

Domanda: chi pagherà i 400 milioni di euro all’anno per i prossimi anni? Le famiglie e le imprese italiane che sono già alla frutta?

Qui non si tratta di essere egoisti: qui si tratta di sottolineare che il problema degli immigrati è internazionale e, in questo caso, europeo. Se l’Unione europea si chiama fuori, l’Italia, già in spaventosa crisi economica, con milioni di disoccupati, può continuare a tartassare famiglie e imprese per reperire circa 400 milioni di euro all’anno, oltre a tutte le altre tasse che già piovono sulle teste degli italiani?

Attenzione: la nostra non è una congettura. “A una domanda specifica sul futuro di Mare Nostrum, che il Governo italiano vorrebbe gradualmente superare – leggiamo ancora su Il Fatto quotidiano – la Malmstroem ha sottolineato che si tratta di una decisione che deve essere presa dalle autorità italiane”.

Insomma, cavoli nostri. Dall’Unione europea arrivano solo parole e raccomandazioni, ma non soldi. “E’ importante arrivare a una responsabilità condivisa dei rifugiati – ha detto la Malmstroem -. Oggi ci sono sei Paesi che accolgono il 75% dei rifugiati (Germania, Francia, Svezia, Gran Bretagna, Italia e Belgio, ndr), mentre altri fanno troppo poco”.

La situazione è ancora più drammatica in Sicilia dove operano tanti centri di assistenza. Ma dove, soprattutto, operano circa 350 centri per il ricovero dei minori non accompagnati.

Il solo costo di questi centri, da una stima fatta da Paolo Amenta un paio di mesi fa, è pari a circa 80 milioni all’anno (e potrebbe essere un costo sottostimato, perché in due mesi i centri sono aumentati).

Si tratta di centri per il ricovero di minori avviati dalla Regione o dalle Prefetture. Quasi tutti sono gestiti da privati.

Tutti questi centri – anche quelli autorizzati dalle Prefetture – vogliono i soldi dai Comuni siciliani, che sono al ‘verde’ per i fatti propri.

L’Ars è già intervenuta con un contributo di quasi 13 milioni di euro. Il resto dei soldi dovrebbe arrivare dal fondo nazionale dei Comuni.

A nostro avviso, la quota del fondo nazionale per i Comuni che spetta alla Sicilia – che non dovrebbe superare i 40-45 milioni di euro all’anno – non potrà mai bastare per pagare i soli centri privati per il ricovero dei minori non accompagnati.

Il nostro parere è che questa storia finirà nelle aule dei Tribunali. Alla fine a pagare la differenza tra il costo effettivo di questa assistenza e la quota che spetta alla Sicilia del fondo nazionale dei Comuni saranno le famiglie e le imprese siciliane.

Non si tratterà di bazzecole, ma di 40-50 milioni di euro all’anno, più gli arretrati del 2013, che in Sicilia sono cifre consistenti di cui nessuno parla.


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