Passione e improvvisazione ai catanesi sembrano non mancare, tanto che da tredici anni il capoluogo etneo ospita un festival di Tango, l'elegante ballo argentino. Dal 10 al 18 agosto i partecipanti, provenienti da 18 nazioni e da 12 regioni italiane, si sfideranno all'interno di palazzo Minoriti, sede della provincia di Catania. «Le iscrizioni non hanno subito flessioni, nonostante la crisi: questo evento ha sempre portato un grande indotto turistico in città», dichiarano gli organizzatori
Al via la XIIIesima edizione di Catania tango Esibizioni nel chiostro di palazzo Minoriti
Il tango è un ballo caratterizzato da improvvisazione, eleganza e passionalità. Tutte qualità che sembrano non mancare agli abitanti di Catania, città dove, per il tredicesimo anno, si svolgerà Catania tango, festival internazionale dedicato al più famoso dei balli sudamericani. Dal 10 al 18 agosto saranno ospiti a Catania decine di tangheri, protagonisti in una location che di passionalità ne ha viste molte al suo interno, il chiostro barocco dell’ex convento dei Minoriti, sede di quella che ancora per pochi mesi sarà la Provincia regionale.
«È un evento che ha sempre portato un grande indotto turistico al territorio, con migliaia di iscritti», ha dichiarato Elena Alberti, organizzatrice del festival insieme al maestro Angelo Grasso, che ne è anche direttore artistico. Del resto «Catania e il Tango, anchesso dichiarato patrimonio dellUmanità, sono inevitabilmente uniti da un legame forte e duraturo», dichiara Alberti, mentre Grasso elenca i partecipanti. «Provengono da 18 nazioni del mondo, da 12 regioni italiane: le iscrizioni non hanno subito flessioni nonostane la crisi». Momento centrale della manifestazione, che vedrà come location anche il lido Azzurro e l’hotel Nettuno, l’esibizione di Miguel Angel Zotto e Daina Guspero, due dei ballerini più famosi al mondo, noti per la loro partecipazione allo festival di Sanremo nel 2011. Spazio, comunque, anche per i principanti: «Ci saranno lezioni dedicate ad ogni livello di apprendimento, oltre agli show», conclude Grasso.