Al Cityplex Metropolitan, Noi e la Giulia Presente il regista Leo e Addiopizzo

Oggi al Cityplex Metropolitan di Palermo è stato proiettato il film Noi e la Giulia – 2015 Warner Bros – , alla presenza del regista Edoardo Leo e di Addiopizzo che ha promosso l’evento.

La storia si focalizza sulle vicende di tre giovani uomini che, sebbene il registro sia quello della commedia, combattono nel quotidiano i soprusi della camorra. Luca Argentero, Stefano Fresi e lo stesso Edoardo Leo sono i protagonisti della pellicola insieme a Claudio Amendola, Anna Foglietta e Carlo Buccirosso. Quest’ultimo, caricatura di un camorrista, interferirà con il progetto dei cinque di dar vita ad un agriturismo.

“Il film è stato girato pensando ad un non luogo” spiega Edoardo Leo «ho voluto mantenere il mistero sull’ambientazione perché una storia di mafia, una storia di camorra, può verificarsi in ogni parte d’Italia». Leo si definisce erede artistico dei giullari di corte, come al giullare era consentito canzonare il sovrano, oggi la commedia è il mezzo attraverso il quale prendere in giro il potere. «Abbiamo registi come Sorrentino e Garrone che si occupano seriamente di trattare temi scottanti come mafia, camorra e potere politico. Io sono un commediante, la mia arma per contrastare fenomeni malati è far ridere la gente prendendo in giro il malaffare, rendendo determinati fenomeni accessibili con questo linguaggio. L’importante è rompere le scatole». L’associazione Addiopizzo, da sempre in prima linea nella lotta al malaffare, ha voluto proiettare il film per i giovani palermitani in modo da fornire loro un ulteriore esempio di come la mafia e il potere malato possano essere combattuti senza essere necessariamente degli eroi. Dario Riccobono, portavoce di Addiopizzo, spiega che anche Peppino Impastato adottava la semplicità della presa in giro per svilire il potere mafioso «Noi e la Giulia ha un significato più profondo di quanto non si possa pensare e i motivi sono due: rompe il cliché del camorrista invincibile e inarrivabile e illustra la ribellione dell’uomo normale, non è necessario essere martiri per combattere il fenomeno mafioso, quello della camorra o qualsivoglia altro fenomeno che lede la libertà del singolo».

Del resto, «Mafia è quando qualcuno intralcia i tuoi progetti perché pensa di costringerti a dar lui qualcosa in cambio pur di portarli avanti» Edoardo Leo spiega così la malavita organizzata alla platea di ragazzi, una mafia che non è solo nei vicoli fuori controllo ma anche nei palazzi, nei salotti, negli uffici. «Ricordo quando alla radio hanno interrotto le trasmissioni per annunciare la morte di Paolo Borsellino. Mio padre è sbiancato in viso e io, nel silenzio di quel momento di angoscia nazionale, ho pensato a lui come ad un uomo straordinario, un predestinato. Oggi sono più grande e mi rendo conto di quanto sbagliato sia perpetrare questi dogmi. La malavita si combatte da uomini normali. Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Peppino Impastato erano uomini normali, avevano solo cercato e trovato la loro arma. Tutti noi abbiamo le armi per poter combattere questo regime ogni giorno e ovunque. Io, ad esempio, ho preso a chiedere lo scontrino a tutti. Lo scontrino è la legalità, chiedetelo anche voi».


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