La Dia ha fermato Antonio Massimino e Liborio Militello. I due avrebbero più volte chiesto del denaro e cercato di imporre degli operai a una ditta di costruzioni. Il cui titolare, però, si è rivolto alle forze dell'ordine. Massimino in passato era stato condannato per associazione mafiosa, perché ritenuto vicino alle cosche locali
Agrigento, tentata estorsione a imprenditore edile Costruttore si ribella e denuncia due pregiudicati
La Dia di Agrigento ha arrestato, stamattina all’alba, il 48enne Antonio Massimino. L’uomo è accusato insieme al 49enne muratore Liborio Militello – anche lui fermato – di tentata estorsione nei confronti di un imprenditore, che ha sporto denuncia. Gli approcci dei due sarebbero stati più di uno e avrebbero riguardato richieste di denaro e di assunzioni di personale in un cantiere edile. L’indagine è stata coordinata dai pm Claudio Camilleri e Alessia Sinistra.
Massimino, che si trovava in regime di sorveglianza speciale, è ritenuto un esponente della famiglia mafiosa di Agrigento. In passato il 48enne è stato condannato a quattro anni per associazione mafiosa. Arrestato già nel ’99 in Belgio, nell’ambito di un’operazione atta a risalire ai responsabili di oltre 20 omicidi, la sua carriera criminale vede un nuovo arresto nel 2005 nell’operazione San Calogero, perché ritenuto organizzatore di un’associazione diretta al traffico di stupefacenti. Per questi fatti è stato condannato in primo grado a 15 anni. Di lui ha parlato anche il pentito di Porto Empedocle Alfonso Falzone.
Secondo gli inquirenti, Militello sarebbe stato il braccio destro di Massimino. Su di lui il 48enne avrebbe avuto una forte influenza, impartendo ordini che il 49enne muratore avrebbe portato «regolarmente a compimento».