Variazioni edilizie realizzate senza titoli e permessi. È questa l’ipotesi della procura che ha portato al sequestro del castello ducale Colonna di Joppolo Giancaxio, in provincia di Agrigento e all’indagine che coinvolge anche il primo cittadino Calogero Firetto.
La struttura, adibita a sala ricevimento per le cerimonie e in particolare per i matrimoni (è lì che è stato celebrato, la scorsa settimana, anche il matrimonio dell’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco) è gestita dalla società composta dai cinque fratelli Firetto, tra cui anche il sindaco di Agrigento, Calogero. Il primo cittadino della città dei Templi è indagato insieme al fratello Mirko Firetto e in concorso con ignoti per aver apportato delle modifiche alle «caratteristiche artistiche di particolare interesse ambientale sul preesistente complesso monumentale».
Secondo l’accusa, la società avrebbe realizzato degli «interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione» tali da «realizzare un complesso in gran parte nuovo, mediante la radicale e integrale modifica dell’immobile trasformato da residenza signorile in struttura turistico-ricettiva». Nello specifico, gli interventi avrebbero riguardato: la realizzazione di una piazza dove prima c’era un giardino, sotto questa un nuovo manufatto edilizio interrato con un parte destinata a centro benessere (che nel progetto originario sarebbe stata invece un museo delle Carrozze) con anche un locale adibito a servizi igienici. A essere stati modificati, inoltre, sarebbero stati due vecchi magazzini al piano terra dei quali sarebbe stato mutato sia il volume che la sagoma con una struttura in cemento armato per fungere da cucine.
«La mia esposizione pubblica quale sindaco di Agrigento – ha dichiarato Firetto – sta procurando pesantissime ripercussioni a me e alla mia famiglia. Una sequenza di fascicoli aperti. Oggi, il sequestro della struttura di famiglia della quale non mi sono mai occupato. Sono certo che in tempi velocissimi la giustizia chiarirà ogni cosa». Il sindaco, come riportato dall’Ansa, ha ricevuto l’avviso di garanzia questa mattina in Comune. A firmare il provvedimento è stato il giudice per le indagini preliminari, Francesco Provenzano, su richiesta del procuratore aggiunto Salvatore Vella e della sostituta Antonella Pandolfi.
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