A recuperare l'animale è stata l'associazione Me.ri.s, che quest'estate sta studiando i cetacei che vivono nel mare siciliano. «Senza ulteriori esami è impossibile stabilire le cause della morte». La Capitaneria smentisce le voci su una presunta epidemia. «È soltanto il primo o secondo caso dell'anno»
Agrigento, cucciolo delfino trovato morto in spiaggia Comune: «Asp ha detto solo di smaltire la carcassa»
«Senza esami specifici è impossibile stabilire perché sia morto». A parlare è Jessica Alessi, la biologa marina che ieri sera ha recuperato un piccolo delfino trovato morto sulla spiaggia di Maddalusa, ad Agrigento. L’animale, di circa dieci chilogrammi e di sesso femminile, è stato avvistato da alcun bagnanti. «Ad alcuni era sembrato addirittura il corpo di una persona e invece era una cucciola – commenta la studiosa, che con la propria associazione Me.ri.s quest’estate ha avviato un monitoraggio dei cetacei al largo delle coste agrigentine -. Era già morta, e insieme alla mia collaboratrice Valentina Cafaro non abbiamo potuto fare altro che fare i rilevamenti necessari a compilare la scheda che viene inviata alla banca dati del ministero».
Dall’ispezione esterna della carcassa, tuttavia, non è possibile risalire alle cause della morte. «Ci vogliono analisi interne per poterle determinare con esattezza. Da un controllo esterno non è emerso nulla di preciso», aggiunge Alessi. Gli esami supplementari, tuttavia, non ci saranno: già ieri, infatti, il Comune di Agrigento si è mosso per contattare la ditta che si occupa dello smaltimento delle carcasse. «Non so per quale motivo sia stato deciso così – ammette la biologa -. I tecnici del Comune hanno contattato il veterinario dell’Asp che ha detto loro di agire in questa direzione».
La conferma, in tal senso, arriva dagli stessi uffici comunali. «Ci siamo mossi seguendo le direttive dell’Azienda sanitaria provinciale perché è quanto ci compete – spiega Domenico Lo Presti del settore Ecologia -. Nel momento in cui il veterinario ci dice che l’animale va smaltito, noi non possiamo fare altro». Nessun commento sui motivi di tale decisione. «Non siamo noi ad avere le competenze per scegliere come comportarsi, è evidente che non è stato reputato necessario un intervento del medico».
Ricostruzione, quella del Comune di Agrigento, che fa il paio con la posizione della Capitaneria di porto, anch’essa intervenuta ieri sulla spiaggia di Maddalusa. «L’intervento è avvenuto intorno alle 18 – commentano -. In questi casi noi comunichiamo sia con il Comune di competenza che con l’Asp, che ha deciso che non c’era bisogno di inviare un veterinario né di trasferire il corpo dell’animale per ulteriori approfondimenti». La Capitaneria smentisce la voce secondo cui si tratterebbe soltanto l’ultimo di una serie di cuccioli di delfino trovati morti nel mare di Agrigento. «Epidemia? Non ci risulta – proseguono -. Anzi, a memoria credo che si tratti del primo o al massimo del secondo caso dell’anno».
Poche settimane fa ad Avola, in provincia di Siracusa, un altro delfino è morto. In quel caso, l’animale, di età maggiore, è stato ripreso mentre nuotava tra i bagnanti. Una scena che a molti ha suscitato emozione, ma che poco dopo ha rivelato i motivi di quella particolare situazione: l’esemplare aveva ingerito diversi ami e si era avvicinato alla spiaggia perché già morente. Fatto questo avvenuto poco dopo il recupero da parte della Capitaneria di porto. In quella circostanza, le autorità hanno predisposto il trasferimento della carcassa all’Istituto zooprofilattico di Palermo.