Condannata a risarcire circa un milione di euro. I fatti risalgono al 2018, quando un paziente 75enne è stato ricoverato nel reparto di urologia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Durante l’intervento di rimozione di una neoplasia vescicale, però, si verificò la perforazione del retto e dell’intestino. Nonostante una complicanza del genere rientri tra i rischi di questo tipo di intervento, il personale sanitario si accorse in ritardo dell’incidente, provocando al paziente una peritonite. In seguito al decesso, la famiglia del 75enne – non convinta della bontà dell’operato dei medici, per un intervento che era stato descritto come routinario – ha intrapreso una causa civile nei confronti dell’asp di Agrigento per ottenere il risarcimento dei danni morali.
Visto anche che dalla perizia medico-legale disposta è emersa «l’inadeguatezza della profilassi antitrombotica praticata al paziente», il tribunale di Agrigento ha condannato l’azienda sanitaria provinciale al risarcimento del danno non patrimoniale, quantificato in 927mila euro, oltre gli interessi legali.
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