Da settimane residenti e turisti, tra cui molti bambini, si alternano attorno al recinto realizzato per proteggere le uova di tartaruga caretta caretta. «Ne usciranno circa 300», spiega Alfio De Luca, definito l'angelo custode dei piccoli animali. La provincia di Siracusa è meta privilegiata per la deposizione, quest'anno già cinque segnalazioni. Evento che avviene solo in pochi siti del Mediterraneo. Guarda il video
Agnone Bagni veglia sulle uova di tartaruga A giorni la schiusa e la corsa verso il mare
Sulla spiaggia di Agnone Bagni sembra esserci da qualche settimana un falò permanente. Ma non c’è fuoco, né legna, né chitarre. C’è che, ancora una volta, le tartarughe caretta caretta hanno scelto questo lembo di arenile sabbioso in provincia di Siracusa per depositare le loro uova. Non è la prima volta. Anzi,è un evento che ad Agnone si ripete ormai da diversi anni. Una fortuna visto che accade solo in pochissimi siti del mar Mediterraneo. Stavolta una mareggiata ha scoperto le uova, nascoste sotto la sabbia. Così è stato possibile individuarle, spostarle attraverso l’intervento di un esperto un po’ più a monte rispetto alla battigia e costruire attorno un recinto. Da allora residenti e turisti, tra cui moltissimi bambini, fanno a turno per vegliare su questo meraviglioso evento naturale. E sarà così fino a quando, ormai tra pochi giorni, le uova non si schiuderanno e le piccole tartarughe percorreranno i pochi metri che le separano dal mare.
«Ogni anno ne arrivano due o tre a nidificare, stavolta prevediamo che ne usciranno circa 300, è un momento emozionante, noi a volte le aiutiamo a raggiungere l’acqua, perché la luce delle stelle e quella artificiale le confonde», spiega Alfio De Luca. E’ lui, responsabile di zona del Fondo siciliano per la natura, l’angelo custode delle uova. L’associazione si occupa di salvaguardare la biodiversità faunistica. «Proteggere la fauna selvatica ha importanti valenze sulla sostenibilità del nostro stare al mondo – spiega il presidente Luigi Calabrese – l’uomo non sopravviverebbe se non fosse circondato da animali e piante, ma dimentica di essere parte di un sistema». Per sostenere l’attività, il Fondo ha creato due centri per il recupero della fauna selvatica, uno a Valcorrente e l’altro a Comiso. Che adesso, a causa della crisi economica della Regione Sicilia, rischiano la chiusura. Per questo Calabrese ha lanciato un appello pubblico e una raccolta fondi.
Resta il fatto che la provincia di Siracusa sembra essere una meta privilegiata per le piccole tartarughe. «Abbiamo ricevuto altre cinque segnalazioni tra Pachino, Vendicari e Cittadella – spiega Francesco Moscuzza, dirigente dell’ufficio Ripartizione faunisitica venatoria di Siracusa – Una sola però è certa: vicino al villaggio di San Lorenzo un gruppo di bambini, scavando nella sabbia, ha trovato delle uova. Anche lì stiamo monitorando la situazione». La schiusa è attesa in una delle prossime notti.