«Se non ma fai, t’ammazzu». Parole pesanti, pronunciate in dialetto messinese, ma assolutamente comprensibili. L’ultima aggressione al personale sanitario è avvenuta all’interno del reparto di Psichiatria del Policlinico universitario Gaetano Martino di Messina. A denunciarlo è l’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia, che ha condannato con fermezza l’accaduto e presentato immediata segnalazione […]
«Se non ma fai, t’ammazzu». Nuova aggressione a un medico al Policlinico di Messina
«Se non ma fai, t’ammazzu». Parole pesanti, pronunciate in dialetto messinese, ma assolutamente comprensibili. L’ultima aggressione al personale sanitario è avvenuta all’interno del reparto di Psichiatria del Policlinico universitario Gaetano Martino di Messina. A denunciarlo è l’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia, che ha condannato con fermezza l’accaduto e presentato immediata segnalazione alle forze dell’ordine.
Secondo quanto riferito dal presidente dell’ordine, Giacomo Caudo, un medico è stato minacciato da un uomo che pretendeva il rilascio di un certificato medico. Al rifiuto, sono seguite gravi intimidazioni: «Il medico è stato prima intimato a redigere un certificato utile all’aggressore – spiega Caudo – poi minacciato di morte. Solo la presenza di un impiegato ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente con un contatto fisico». L’episodio è solo l’ennesimo di una lunga serie, e solleva nuovamente il tema della sicurezza all’interno delle strutture sanitarie. «Siamo costretti a ricordare – aggiunge Caudo – che la violenza contro medici e operatori sanitari è ormai un’emergenza sociale. Le azioni messe in campo finora non bastano. Bisogna fare di più, e meglio».
Secondo l’ordine, il problema va affrontato su più livelli: da quello normativo e organizzativo a quello culturale. «Serve un cambiamento profondo, che parta dalla famiglia, attraversi la scuola e le università, e coinvolga l’intera società – conclude il presidente –. Chi sceglie di dedicare la propria vita alla cura degli altri ha diritto di farlo in sicurezza e con rispetto».