Per il presidente provinciale Filippo Parrino e per il responsabile del settore agroalimentare Nino Tilotta «la giusta salvaguardia dell’ambiente e degli animali non può essere un feticcio da venerare a tutti i costi». Occorre, allora, «trasformare un problema in una risorsa» utilizzando le competenze del territorio
Aggredito e ucciso da cinghiali sulle Madonie Legacoop: «Tragedia frutto dell’inerzia politica»
«La giusta salvaguardia dell’ambiente e degli animali non può essere un feticcio da venerare a tutti i costi». Legacoop Palermo per bocca del suo presidente, Filippo Parrino, e del responsabile del settore agroalimentare, Nino Tilotta, interviene sull’emergenza cinghiali nelle Madonie, dopo l’aggressione costata questa mattina la vita ad un uomo di 77 anni, Salvatore Rinaudo, aggredito mentre stava cercando di difendere i suoi cani dai suidi.
«Da anni sindaci, associazioni e sindacati denunciano la gravità del problema dovuta all’introduzione di una razza di cinghiali, che qui prolifera almeno il triplo rispetto alle zone di origini, per le condizioni climatiche ed ambientali favorevoli» aggiungono, esprimendo il proprio cordoglio alla famiglia del pensionato ucciso. Quello della forte proliferazione dei cinghiali sulle Madonie è «da tempo un gravissimo problema per gli abitanti e anche per i turisti». Secondo Parrino e Tilotta è «assurdo che si sia arrivati alla tragedia e che, come spesso succede nella nostra Regione, non ci sia la capacità di trasformare un problema così grave in una risorsa».
Perché sulle Madonie per Leacoop ci sono «risorse e competenze, dai macelli comunali e privati alla ristorazione spesso di alta qualità, alle aziende alimentari di insaccati, per dare corso ad una filiera certificata che, appunto, trasformi questa condizione drammatica in una risorsa di un territorio». Da qui l’auspicio che il neo assessore alla Agricoltura, Rosaria Barresi, predisponga «in tempi brevi» una proposta che «affronti in modo risolutivo il problema. Lo si deve a Salvatore Rinaudo e sua moglie, ma anche a tutti quelli che in questi lunghi anni di inerzia della politica, hanno rischiato la propria vita e vedono continuamente distrutte coltivazioni e piantagioni anche fuori dalla zona di Parco».