Tiziana racconta a CTzen la sua disavventura allo scalo etneo. Quando, tornando al parcheggio, trova la macchinetta per il pagamento della sosta non funzionante ed è costretta ad andare a pagare in quella della struttura vicina. Con conseguenti file, perdita del quarto d'ora gratuito e pagamento di un'ora a un prezzo non proprio popolare. Come lei tanti altri cittadini, mentre di addetti ai lavori nemmeno l'ombra
Aeroporto, cassa per il parcheggio guasta Una lettrice: «Un furto collettivo di due euro»
Stamattina una delle macchinette per pagare il parcheggio all’aeroporto di Catania Fontanarossa era guasta. Dopo aver posteggiato, preso il gettone con il chip e fatto quello che dovevi fare, per uscire l’unica soluzione era andare a pagare alla macchinetta dell’altro parcheggio. Ovviamente affollata, perché doveva smaltire il traffico di entrambi. Quindi, dopo la strada e la fila, in molti (come me) non sono arrivati in tempo a usufruire del quarto d’ora gratuito. Facendo scattare dal sedicesimo minuto la tariffa di un’ora.
Costo della sosta? Due euro, più passeggiata.
Per la legge di Murphy, inoltre, ci sono stati anche due-tre automobilisti intelligenti che, anziché pagare e poi spostare la macchina, hanno piazzato l’auto a ridosso della sbarra e sono andati a pagare. Chiaramente di addetti ai lavori nemmeno l’ombra, ma tanto non è che puoi sbagliare o contestare.
Non saprei dire se oggi sia stato un caso o se il guasto vada avanti da giorni. So solo che di questa mattina non scorderò il furto collettivo di due euro e le bestemmie tirate giù da un signore di Caltanissetta in fila insieme a me.
Tiziana