Feci, urina e due estintori svuotati su pareti e pavimento. Il punto territoriale di assistenza, che serve anche le città di Biancavilla e Santa Maria di Licodia, è stato visitato dai vandali poco dopo essere stato risistemato. I pazienti: «Atti del genere meritano l'oscar dell'idiozia»
Adrano, Pta ristrutturato subito vandalizzato La direzione: «Agire per evitare che si ripeta»
I locali del primo piano del Punto territoriale di assistenza (Pta) di Adrano erano da poco stati ristrutturati. Martedì alcuni vandali, almeno due, si sono introdotti e hanno imbrattato pavimento, sedie e pareti con feci, urina e con la schiuma antincendio di due estintori. Le altre stanze dell’ex ospedale adranita di piazza Sant’Agostino, che sono destinate ad accogliere gli ambulatori, erano chiuse e non sono state toccate.
L’episodio è stato denunciato dai vertici della struttura al commissariato, che ha provveduto a inviare degli agenti per effettuare un sopralluogo. Il direttore sanitario dell’Asp locale Pippo Spampinato ha espresso tutto il suo rammarico sull’accaduto: «Sono stato informato di quanto è successo. Non ci sono parole. Al di là di questo, a breve, valuteremo quanto necessario per evitare il ripetersi di tali gesti». L’intero immobile, utilizzato come struttura sanitaria per ospitare gli ambulatori del distretto sanitario 12 – che serve Adrano, Biancavilla e Santa Maria di Licodia – è sprovvisto di servizio di guardia.
Interessato dall’azione vandalica è stato il piano dell’edificio che un tempo ospitava il reparto di lunga degenza. Ad accorgersene il personale della struttura sanitaria al momento della riapertura. L’aria era irrespirabile a causa della polvere antincendio sprigionata dagli estintori. Tanto che è stato necessario aprire immediatamente le finestre. I vandali hanno anche urinato e defecato sui muri e sulle panche. I cittadini di Adrano, pazienti dell’Asp, sono sconcertati: «Non capisco la ragione di questi gesti», commenta la signora Concetta. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il signor Nicolò: «Gli autori di questo gesto meriterebbero l’oscar dell’idiozia».