L'Ars ha approvato sei dei 14 articoli che formano il disegno di legge presentato dal governo Crocetta. L'oro blu viene definito «bene pubblico non assoggettabile a finalità lucrative». Potrà essere gestito dai privati ma con una serie di limitazioni e sanzioni previste. A decidere sul modello saranno i nove Ato. Scelta criticata dalle opposizioni
Acqua, servizio anche ai privati ma con paletti Fissato quantitativo minimo vitale: 50 litri al giorno
La legge sull’acqua pubblica in Sicilia è a metà strada. L’Assemblea regionale siciliana ha approvato tra ieri e oggi sei dei 14 articoli che formano il ddl presentato dal governo Crocetta. Il primo articolo definisce l’oro blu «bene pubblico non assoggettabile a finalità lucrative». Restano tre possibili sistemi di gestione: pubblico, misto o affidato a privati. Ma con una serie di paletti: la previsione di un «quantitativo minimo vitale» pari a 50 litri d’acqua al giorno da assicurare anche ai cittadini morosi; multe salate – fino alla rescissione del contratto – per i gestori privati che non garantiranno un servizio efficiente e un modello omogeneo di tariffe in tutta l’isola. Quest’ultimo più in prospettiva che nell’immediato, la legge infatti afferma che si va verso «una progressiva definizione di un sistema tariffario tendenzialmente unitario». In più è previsto un fondo di sostegno per il pagamento delle bollette delle famiglie meno abbienti.
«È una norma di civiltà – commenta il presidente della Regione Rosario Crocetta – è giusto che ogni siciliano abbia garantito il diritto all’acqua, anche le fasce più povere». Per i morosi si dovranno prevedere meccanismi alternativi di recupero delle somme, come ad esempio il pignoramento di beni materiali. «È un po’ quello che avviene con l’energia elettrica – aggiunge Crocetta – quando non si paga la bolletta viene abbassata la fornitura, ma un minimo di energia è comunque erogata».
Critiche le opposizioni. Il Movimento cinque stelle punta il dito soprattutto contro il mantenimento dei nove Ambiti territoriali ottimali. Saranno questi enti, così come sono adesso, a scegliere il modello di gestione del servizio. Bocciata la proposta dei deputati pentastellati di ridurli a cinque, tanti quanti sono i bacini idrografici. «La vecchia politica – commenta la deputata Valentina Palmeri – ha mostrato di non voler cambiare assolutamente nulla. Una legge che regolamenta tutte le acque della regione dovrebbe tenere conto di una suddivisione degli Ambiti Territoriali Ottimali secondo i confini dei bacini idrografici, che secondo diversi studi universitari, sono cinque e non nove». Secondo i grillini il mantenimento dei confini attuali degli Ato continuerà a causare disparità nell’erogazione del servizio. «Questo – continua Palmeri – è fondamentale per un gestore affinché non vada in passivo, perché all’interno del bacino idrografico reale il gestore opera in un territorio con un corretto bilanciamento del rapporto acqua/area/utenti/
La seduta odierna è stata convocata eccezionalmente di mattina e non di pomeriggio come avviene solitamente. E si è conclusa alle 13:10. In tempo per permettere ai deputati del Movimento cinque stelle di prendere parte al matrimonio di una loro collega, la grillina Valentina Zafarana che aveva in programma le proprie nozze nel pomeriggio a Messina. L’esame del ddl sull’acqua pubblica riprenderà lunedì 10 agosto alle 16.