Acqua, le ambiguità del Movimento 5 Stelle

Lo confessiamo: siamo molto delusi dall’atteggiamento politico che i parlamentari di Sala d’Ercole del Movimento 5 Stelle hanno assunto sul problema acqua. Un atteggiamento ambiguo e e un po’ democristiano. Dicono una cosa e ne fanno un’altra. A parole si pronunciano per la gestione idrica pubblica e, come giustamente hanno fatto notare ieri i parlamentari regionali del Pd, di fatto stanno appoggiando una soluzione che non esclude i privati.

Tutto, lo ripetiamo, all’insegna dell’ambiguità, evitando ‘trasparenza’ e chiarezza. Chi ci sta deludendo di più è il presidente della quarta Commissione legislativa, Giampiero Trizzino. Come racconta l’assessore regionale Nicolò Marino nella lettera che pubblichiamo, è stato il presidente Trizzino, qualche settimana fa, a decidere – secondo noi commettendo un gravissimo errore politico – di dare la precedenza al disegno di legge del Governo, dopo che la Commissione, da sei mesi, discuteva un altro testo.

Il regolamento, ci dispiace per l’onorevole Trizzino, non prevede questo. Prevede, semmai, l’integrazione dei due testi, qualora ci sia omogeneità tra i due disegni di legge. Il problema è che il disegno di legge che la quarta Commissione esaminava da sei mesi prevede il ritorno al servizio idrico pubblico. Mentre il testo del Governo, con tutto il rispetto per l’assessore Marino, prevede una strana ‘mistura’, di stampo trasformista, che non esclude gli interessi privati.

Il presidente della Commissione legislativa Ambiente e Territorio dell’Ars,Trizzino, avrebbe dovuto mettere ai voti i due testi, per lasciare decidere ai parlamentari quale dei due disegni di legge esaminare. Sarebbe stato chiaro, già alcune settimane addietro, chi è favorevole all’acqua pubblica e chi, invece, vuole mantenere lo stato attuale delle cose.

Poco male, visto che ieri – ed era ora – i parlamentari dell’Ars del Pd sono venuto allo scoperto, dichiarando a chiare lettere quello che questo giornale scrive da settimane: e cioè che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sull’acqua, ha cambiato idea: nove mesi fa era per l’acqua pubblica, oggi ammicca ai privati.

Noi non condividiamo il testo dell’assessore Marino. Che è sbagliato nella forma e nella sostanza. Il disegno di legge del Governo (noi facciamo riferimento al testo presentato dall’assessore Marino qualche settimana fa) scantona rispetto ai reali problemi legati al ritorno alla gestione pubblica dell’acqua.

Come ha affermato in un’intervista al nostro giornale Franco Piro, autorevole dirigente della Sinistra siciliana, il toro va afferrato per le corna. Rescindendo il contratto con Sicilacque. Anche a costo di subire una lunga e rischiosa causa civile, inevitabile se si vuole tornare al servizio pubblico. Così come vanno rescissi i contratti con gli altri operatovi privati che operano nelle province dell’Isola.

Ci dispiace che, su questa linea, non troviamo il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle.

La verità è che i grillini dell’Ars sull’acqua – e per certi versi anche sui rifiuti – più che allineati alle idee che hanno esposto in campagna elettorale, sembrano allineati al Governo Crocetta e a ‘certi’ equilibri di potere di Caltanissetta.

Siamo, anche tra i grillini, alla vecchia politica-politicante. E di questo il primo a prenderne atto dovrebbe essere il leader nazionale di questo Movimento, Beppe Grillo. 

Siamo delusi anche dall’informazione sui lavori della quarta Commissione legislativa. Di fatto, sui lavori di questa Commissione legislativa non c’è stata corretta informazione.

Ad informare sull’andamento di tali lavori è stato l’assessore Marino con la sua lettera. E questa è un’altra pecca per un Movimento che aveva promesso massima trasparenza sui lavori delle Commissioni legislative.

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