Qualche giorno fa il consiglio comunale acese ha approvato la proposta di giunta sull'aliquota al 2,5 per mille. L'opposizione insorge, ma l'assessore Alessandro Oliva parla di strumentalizzazione a fini politici: «A incidere sulla Tasi è la rendita catastale, già essa basta a differenziare il peso fiscale», spiega. Ma sullo stato delle casse del Comune potrebbero esserci a breve novità
Acireale, Tasi al massimo, dura opposizione Oliva: «Altrimenti problemi con il bilancio»
«Robin Hood alla rovescia? Soltanto illazioni». Alessandro Oliva, l’assessore al Bilancio del Comune di Acireale, non ci sta a passare per il difensore degli interessi dei ricchi a discapito dei meno abbienti. L’accusa, neanche troppo velatamente, gli è piovuta addosso nelle ultime quarantott’ore e per l’esattezza dopo che il consiglio comunale acese, nella nottata di lunedì, ha approvato la proposta di giunta in merito all’aliquota per la tassa sui servizi indivisibili (Tasi), ovvero l’imposta che di fatto ha sostituito l’Imu sulla prima casa.
Il consesso civico ha infatti stabilito – con i voti favorevoli della maggioranza e l’astensione dell’esponente del Pd, Antonello D’Agostino – che gli acesi dovranno fare riferimento a un’aliquota del 2,5 per mille. Una percentuale ritenuta troppo elevata da parte dell’opposizione, che dopo essersi vista bocciare un emendamento che puntava a differenziare le aliquote in base alle categorie catastali, ha abbandonato in segno di protesta l’aula: «La decisione – dichiara Oliva – non è stata dettata di certo dalla voglia di mettere le mani in tasca alle persone. Purtroppo bisogna fare riferimento al bilancio, e in tal senso il pareggio rimane un obiettivo da cui non si può prescindere».
Sull’emendamento proposto dall’opposizione, la posizione dell’assessore è netta: «Si è trattato – continua Oliva – di una mossa politica con il solo fine di strumentalizzare la questione. E i motivi che lo dimostrano sono molteplici: innanzitutto un emendamento che puntasse realmente a offrire un’alternativa andava presentato qualche giorno prima, così da dare la possibilità agli uffici di studiarne i dettagli, e non quasi a mezzanotte; secondariamente – spiega l’assessore – la proposta dell’opposizione puntava a creare fasce di differenziazione facendo riferimento anche alle categorie catastali e non solo alla rendita».
Una possibilità che secondo il responsabile del Bilancio da una parte non offrirebbe garanzie di una più adeguata distribuzione del peso fiscale e dall’altra non inciderebbe in maniera particolare sul risparmio: «La Tasi fa riferimento soprattutto sulla rendita catastale. Questo indice – afferma Oliva – già di per sé contribuisce a creare una differenziazione tra un immobile e l’altro. Posto che non è detto che chi vive in una casa con una categoria catastale superiore a un’altra sia sempre il più ricco dei due, il risparmio che ne sarebbe derivato per i possessori di immobili appartenenti a categorie catastali inferiori obiettivamente non era tale da incidere in maniera significativa, e questo perché, ripeto, il dato più importante è la rendita catastale».
A convincere la maggioranza a non rivedere la proposta proveniente dalla giunta è stata poi la ristrettezza dei tempi: «La legge – conclude Oliva – imponeva di prendere una decisione entro giorno 10, pena l’obbligo di porre per tutti un’aliquota fissa all’1 per mille; una scelta che avrebbe creato non pochi problemi in termini di bilancio».
Ed è proprio lo stato delle casse del comune acese che sarà al centro dell’attenzione nelle prossime settimane. Il bilanciocontinua a essere oggetto di studio da parte della nuova amministrazione e nei prossimi giorni potrebbe essere argomento di una conferenza stampa che dovrebbe fare luce sullo stato delle finanze dell’ente. Un quadro che, a differenza di quanto dichiarato più volte dall’ex sindaco Nino Garozzo, potrebbe essere meno roseo del previsto.
[Foto di Luigi Strano]