Il Cable Park dovrebbe vedere la luce in via San Piero Patti, nella frazione di Aci Platani. Ma sul terreno acquistato dai privati - che assieme al Coni finanziano l'opera - non si potrà costruire senza il via libera di Palermo e del Consiglio comunale. A sollevare il caso è stato il consigliere Nino Sorace
Acireale, stop a cantiere per il parco acquatico Sorge su zona agricola, serve ok della Regione
Doveva essere un’attrazione sportiva e un parco divertimenti come pochi in Italia, ma per il momento tutto ciò resta solo un sogno. Il Cable Park, parco acquatico della società Wake Surf Center Srl, sarebbe dovuto nascere in via San Piero Patti, nella frazione acese di Aci Platani. Il progetto sembrava avviato, tanto che l’amministrazione comunale aveva annunciato l’inizio dei lavori. Adesso, però, è scattato il semaforo rosso dopo un controllo svolto dalla polizia municipale e dall’ufficio Urbanistica.
Il verbale redatto dai tecnici afferma che l’insieme sistematico di interventi previsti per la realizzazione del Cable Park violerebbe lo strumento urbanistico vigente. L’opera vedrebbe infatti la luce su un terreno a destinazione agricola, in assenza di Variazione territoriale urbanistica, nonché senza il permesso di costruire. Come riporta l’ordinanza che impone la sospensione dei lavori, «ad oggi risulta pendente una variazione urbanistica di zona territoriale omogenea, per la quale si attende la Vas (valutazione ambientale strategica)». In sostanza, il complesso al servizio di sport acquatici – tra tutti, lo sci nautico – con annessi spogliatoi, ristoranti e villaggi sportivi, è stato progettato su un terreno agricolo dove le nuove costruzioni sono limitate. Inevitabile il blocco del cantiere.
Le opere erano iniziate già nei primi mesi dell’anno grazie a dei finanziamenti del Coni, ma anche di provenienza privata. Tali soggetti, dopo aver acquistato il terreno utile a mandare avanti il progetto, adesso dovranno attendere l’ok della Regione, cui tocca formulare la Vas o il decreto di non assoggettabilità. Successivamente toccherà al consiglio comunale approvare la variante, acconsentendo all’uso dell’area per fini pubblici. Dopo, i lavori potrebbero ripartire.
Si tratta di passaggi fondamentali, per i quali si rischia aspettare anche più di un anno e mezzo. Lo afferma il consigliere di opposizione Nino Sorace, che ha provato a sollevare l’attenzione sulla vicenda con un’interrogazione consiliare. «Prima che inizino nuovamente i lavori deve passare la Vas, dopodiché l’aula dovrà dare parere favorevole – spiega a MeridioNews -. Mi sembra strano come nessuno si sia accorto di niente, e tutto si è mosso dopo che ho chiesto spiegazioni». Sorace si chiede come mai i lavori non si siano bloccati già sul nascere: «Non voglio puntare il dito contro nessuno, ma devo pensare che questa amministrazione dice di voler combattere l’illegalità, salvo poi farsi sfuggire queste cose», conclude.
Il primo cittadino Roberto Barbagallo, dal canto suo, prova a fare chiarezza sul blocco del Cable Park. «I lavori iniziali, come il movimento terra, non erano soggetti a nessun vincolo, si poteva intervenire comunque. Adesso, dopo i controlli, attendiamo i pareri favorevoli da parte della Regione, sono cose che non dipendono da noi ma dai tempi lunghi della burocrazia». Lo stallo potrebbe però non prolungarsi ancora: «Fin qui non c’erano stati problemi, poi è arrivata la sospensione perché mancavano dei documenti – conclude – tra qualche giorno avremo il decreto di non assoggettabilità e si chiuderà la conferenza dei servizi. Il tutto poi passerà al vaglio del Consiglio».