«La politica quando può deve arrivare prima della magistratura». È con queste parole che il presidente della commissione parlamentare antimafia dell’Ars, Nello Musumeci, si è congedato dai giornalisti prima dell’inizio della seduta a porte chiuse svoltasi oggi pomeriggio ad Acireale. L’incontro, che ha visto l’audizione di alcuni sindaci del litorale ionico-etneo – Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale; Roberto Bonaccorsi, sindaco di Giarre; Giuseppe Intelisano, sindaco di Calatabiano; Luigi Messina, sindaco di Mascali- e del deputato regionale del Gruppo misto, Nicola D’Agostino, è stato organizzato su invito del vescovo della diocesi di Acireale Antonino Raspanti. Tra gli invitati anche il sindaco di Aci Catena, Ascenzio Maesano, che però non si è presentato per via di altri impegni istituzionali. Sarà sentito a Palermo.
La seduta arriva a pochi mesi dagli atti intimidatori contro Barbagallo e D’Agostino, anche se Raspanti smentisce che siano stati essi a determinare la richiesta della seduta: «I fatti di Acireale sono soltanto un campanello d’allarme tra i tanti registratisi nel territorio della diocesi negli ultimi anni – dichiara il vescovo -. L’obiettivo di questa riunione è aumentare l’attenzione delle istituzioni su un’area che, per la vicinanza di Catania, non è stata sempre sotto i riflettori, così come invece sarebbe dovuto essere». Per Raspanti, l’impegno delle istituzioni deve andare di passo con il risveglio delle coscienze da parte dei cittadini: «È arrivato il momento di rompere gli indugi, affinché tutti si impegnino di più – ha aggiunto – per far maturare la coscienza civile ed espellere i corpi estranei non solo nel grande malaffare ma anche nei piccoli fatti del quotidiano».
A fare riferimento alle intimidazioni è stato poi lo stesso Musumeci: «Come commissione antimafia esercitiamo una funzione preventiva e repressiva dei rapporti tra la criminalità organizzata e le istituzioni. L’incontro di oggi servirà a fare un lavoro di verifica – ha spiegato il deputato – per capire quanto la pubblica amministrazione, specialmente nella parte regionale, abbia subito pressioni dalla mafia. Ricordo che in quest’area ben tre comuni sono stati sciolti per infiltrazioni (Calatabiano, Mascali e Aci Catena, ndr). Senza contare i recenti fatti che hanno visto il sindaco di Acireale e l’onorevole D’Agostino oggetto di pesanti intimidazioni. Sono segnali preoccupanti».
Tra i primi a essere stati ascoltati dalla commissione c’è stato il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, che parlando ai giornalisti ha ammesso le difficoltà di amministrare un territorio in un momento particolarmente difficile: «Governare oggi è non è facile. Le problematiche si conoscono: tante persone sono senza lavoro, molte senza casa. I sindaci – afferma il primo cittadino acese – rimangono in prima linea, si fanno carico dei problemi dei cittadini anche se nella maggior parte dei casi non possono risolverli. Sarà un colloquio sereno».
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