La scoperta è stata annunciata dall'assessore ai Beni culturali Alberto Samonà. La Soprintendenza del mare, guidata da Patrizia Livigni, apporrà una targa bilingue. L'imbarcazione affondò in seguito a una collisione con la costa nel tratto chiamato Acqua Grande
Acireale, relitto davanti alla timpa è di nave giapponese Fino a oggi si è creduto fosse il Terni affondato nel 1943
Davanti alla timpa di Acireale non c’è il relitto della nave Terni, ma la giapponese Taikosan Maru, affondata il 14 dicembre 1917. Il risultato delle indagini storiche è stato reso noto dall’assessorato regionale ai Beni culturali. A lavorare all’identificazione è stato il capitano Andrea Di Mauro, con la collaborazione dell’associazione Futuro Mare di Aci Castello. Lo studio si è basato anche su interviste di alcuni anziani pescatori del borgo di Santa Maria la Scala.
La nave Taikosan Maru era una nave a vapore costruita tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ad avallare questa testi sono stati anche i documenti forniti dall’Ufficio storico navale giapponese di Tokyo. Fino a ora si credeva che il relitto fosse quello della nave Terni, affondata dal sommergibile britannico Unison nel giugno 1943, durante la Seconda guerra mondiale. La nave giapponese, invece, affondò in seguito a una collisione con il tratto di costa denominato Acqua Grande.
«L’esito delle indagini – commenta l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – ci dà oggi l’opportunità di definire una vicenda rimasta a lungo opaca. Per ricordare quel tragico evento e con l’obiettivo di dare adeguata visibilità e riconoscimento di un bene culturale sommerso, la Soprintendenza del Mare farà apporre sul relitto una targa commemorativa bilingue che verrà collocata dai volontari di Futuro di Mare».
«Se identificare un relitto subacqueo facendone riemergere la storia dalle nebbie del tempo, significa farlo rinascere a nuova vita assieme alla memoria del contesto storico di cui costituisce testimonianza – dichiara la Soprintendente del Mare Valeria Livigni – oggi possiamo affermare che ad Acireale è stato scoperto un nuovo relitto culturale subacqueo e che la fine del Terni può costituire un’affascinante e suggestiva prospettiva di ricerca».