La partecipata che si occupa di acqua e gas da anni non paga l'Enel. La scoperta è stata fatta di recente dall'assessore al Bilancio, Alessandro Oliva, e dal consulente economico Salvo Nicotra. Una mancanza legata all'acquisto dei pozzi che il Comune avrebbe commissionato alla società. «Se l'acquisizione fosse stata fatta direttamente dall'amministrazione, non ci sarebbe stato il pareggio di bilancio»
Acireale, la Sogip deve 7 milioni all’Enel «Bollette non pagate, hanno comprato pozzi»
E se Acireale restasse senz’acqua? Stando alle scoperte fatte negli ultimi giorni dall‘assessore comunale al Bilancio, Alessandro Oliva, l’ipotesi non sembra così improbabile: la Sogip, la società partecipata che nel centro ionico si occupa della fornitura di acqua e gas, ha attualmente un debito di 7,5 milioni di euro nei confronti dell’Enel. E la questione rischia di tramutarsi nella più importante spada di Damocle dell’attuale amministrazione.
Il debito della società, secondo quanto evidenziato da Oliva e Salvo Nicotra, il consulente economico nominato negli scorsi mesi dal sindaco Roberto Barbagallo, deriva dal pluriennale mancato pagamento delle bollette per il servizio elettrico, fondamentale specialmente per la risalita dell’acqua dai pozzi dislocati nel territorio acese.
L’indebitamento a sua volta sembra essere legato a doppio filo all’acquisizione dei pozzi da parte della stessa Sogip. «Sembra chiaro che tra i due fatti – spiega Oliva – ci sia stata una correlazione. Le spese fatte per l’acquisto dei pozzi sono pressapoco uguali alle somme che la società avrebbe dovuto corrispondere all’Enel».
L’acquisizione delle sorgenti non avrebbe dovuto implicare la mancanza del pagamento delle bollette, ma Oliva punta il dito contro la decisione dell’amministrazione di allora, guidata da Nino Garozzo, di coprire l’acquisto con le risorse del bilancio della Sogip e non con fondi comunali. «È stato un errore macroscopico – continua l’assessore – Era impensabile che la partecipata potesse da una parte comprare i pozzi e dall’altra continuare a pagare l’Enel. La sua disponibilità finanziaria d’altronde non lo poteva mai permettere». Sul perché ciò sia stato fatto, Oliva ha una sua idea: «Inserire nel bilancio del Comune le spese per i pozzi avrebbe potuto creare difficoltà per il raggiungimento del pareggio. Solo che così si è rinviato un problema alle future amministrazioni e generazioni che dovranno sorbirsi un carico non da poco».
Sulla vicenda, si è espresso anche il consulente economico Nicotra, che con un intervento sul blog Fancity ha aggiunto: «Il già sindaco Garozzo ha sottratto al bilancio del Comune la corretta allocazione delle rate destinate allacquisizione dei pozzi pagate dalla Sogip. Adesso – prosegue Nicotra – dobbiamo fare i conti con questa società (l’Enel, ndr) che, giustamente, ha in mano le sorti della nostra partecipata. Auspichiamo la collaborazione dellEnel a cui sottoporremo i nostri punti di vista». Il futuro, come ammesso dallo stesso Oliva, dovrebbe prevedere una contrattazione per la rateizzazione del debito nella speranza che l’Enel venga incontro alle esigenze del Comune. Ipotesi, questa, tutta da chiarire: «Esistono già i decreti ingiuntivi», ammette l’assessore.
Nella tarda serata di ieri è arrivata la replica dell’ex primo cittadino acese che dai social network ha così commentato: «I rapporti dare-avere – ha scritto Garozzo – tra Comune e Sogip, con particolare riferimento al pagamento dei pozzi, non sono state scelte mie, ma del consiglio comunale nel 2002. Proposta arrivata al consiglio dal piano industriale della società. In più il Comune ha versato a Sogip 2 milioni e 250mila euro, aumentando il capitale sociale con l’obbligo di acquisto di due pozzi». Garozzo ha poi concluso lanciando una frecciatina all’attuale amministrazione, parlando di «uso improprio della Sogip che fa lavori che spetterebbero al Comune, senza contratto e corrispettivo, o che diventa sponsor del carnevale estivo»